#Approfondimenti | 11/07/2022

Lo Sgambetto cerca casa

Roberto Guidi

«Pensiamo ci sia necessità di posti così e vogliamo assolutamente riaprire da qualche parte». Melanie Häner ha dovuto chiudere il teatro Lo Sgambetto a Croglio e cerca un nuovo spazio dove far fiorire attività culturali. Intanto, segue un master al Conservatorio della Svizzera italiana, arrangia nuove canzoni e prepara un musical sull’immigrazione.

Allo Sgambetto, Melanie ha lasciato il cuore. «Inizialmente era uno spazio mio dove creare, provare, fare rumore. Ma era troppo bello per non condividerlo con il mondo, trasformarlo in luogo d’aggregazione sociale e artistica». Il piccolo teatro, aperto nel 2013 a Curio, ne ha viste di ogni: pièce e concerti, lezioni di danza e recitazione, seminari e conferenze... Aveva le sembianze di un salotto privato dove ci si sente a casa, si incontrano persone, si sorseggia una bibita in attesa che sul palco accada qualcosa di interessante e stimolante. «La forza propulsiva della cultura: siamo partiti con un pubblico di tre gatti e in fretta abbiamo avuto serate da tutto esaurito. Non grandi cifre, una quarantina di spettatori, del resto la nostra era una realtà di nicchia, oltre che geograficamente periferica».
Il fascino della sala di Curio è stato replicato a Croglio, dove Lo Sgambetto si è trasferito nel 2020. «La particolarità stava nella convivialità, nell’essere a ridosso degli artisti che si esibivano, di dialogare con loro alla fine della performance, di essere parte di una jam session improvvisata. Spesso lo spettacolo iniziava dopo lo spettacolo...».
Si parla al passato perché l’esperienza è – speriamo momentaneamente – conclusa. «Il titolare di una ditta di Croglio ci aveva messo a disposizione un locale ed è stato gentilissimo durante le chiusure imposte dalla pandemia quando non avevamo entrate ed eravamo in difficoltà a versare gli affitti. Ci è venuto incontro, a differenza di Cantone e Comuni, che in tutti questi anni non ci hanno mai dato nemmeno un franco. Non lo trovo normale...», puntualizza Melanie prima di mordersi la lingua per non andare oltre. Anche se poi oltre ci va. «Credo che realtà come la nostra, che lotta con le unghie e con i denti per offrire una cultura alternativa a quella dei circuiti ufficiali, che promuove la scena locale, debba essere sostenuta, aiutata dall’ente pubblico. Invece il progetto è andato avanti solo grazie all’energia che si è creata attorno a questo luogo, all’interesse della gente, soprattutto del Malcantone».
La chiusura è dovuta all’avvenuto passaggio di proprietà; il nuovo inquilino intende utilizzare differentemente gli spazi. Melanie e i suoi colleghi di comitato dell’associazione Lo Sgambetto ne hanno preso atto ma non demordono. «Pensiamo ci sia necessità di indirizzi così, di condivisione e crescita, e vogliamo assolutamente riaprire da qualche parte. Ci stiamo guardando in giro per Lo Sgambetto III, dopo Curio e Croglio»...