Il ruolo e la missione dei samaritani sono cambiati nel tempo. L’accesso alla medicina, soprattutto quella d’urgenza, è oggi più facile, immediata e professionale rispetto al passato, soprattutto nelle valli discoste e nei villaggi di montagna, dove la presenza di strutture e di personale sanitario era tutt’altro che scontata. Poter disporre sul posto di persone con un minimo di conoscenza e di cognizione era quindi per la popolazione una risorsa importante e un aiuto prezioso. 
I samaritani sono sempre stati visti di buon occhio, apprezzati e sostenuti. Un capitale di stima e simpatia che con l’andar del tempo non si è esaurito – specie oltre Gottardo nelle comunità geograficamente più discoste e isolate – anche se mantenere vive e operative queste organizzazioni su base volontaria è sempre più complicato. In Ticino il numero dei soci è in calo e trovare istruttori e monitori con le competenze necessarie per tenere i corsi e assicurare l’aggiornamento dei samaritani è spesso un’impresa. Il Covid ha dato un’ulteriore spallata e le sezioni più deboli, a malincuore, gettano la spugna. 
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