Cinquant'anni a giocare a bridge

Roberto Guidi

Un gioco di carte che premia abilità e competenze anziché la fortuna e che ha preso piede ovunque nel mondo, Lugano compresa. Qui si sono festeggiati i cinquant’anni della locale Associazione bridge. Ne parliamo con l’ex presidente Maurilio Morganti.

Contratti e prese citati nel titolo sono due delle regole del bridge. Un gioco complicato per un profano e quando chiediamo a Maurilio Morganti di spiegarcelo in poche parole, si mette a ridere: «Lei pensa veramente che sia possibile? Durante le recenti giornate di porte aperte abbiamo impiegato circa un’ora per illustrarlo con quattro postazioni (video di accoglienza, presentazione “Il fascino del bridge”, dimostrazioni ai tavoli, programmi della nostra scuola)». Per conoscere e approfondire, gli interessati possono allora navigare in rete o, meglio ancora, iscriversi ai corsi che l’Associazione Bridge Lugano organizza nella sua sede di Taverne (Centro Carvina 5).

In principio, la casa era l’albergo Arizona di Massagno, dove il 27 ottobre 1975 una ventina di persone si trova per dar vita al sodalizio cittadino. L’avvocato Giorgio Foppa dirige le operazioni e assume la presidenza, affiancato nel comitato dall’avv. Arnaldo Bolla (vice-presidente), Viviana Bernasconi (presidente della commissione tecnica), Oreste-Valerio Falghera e Luciano Galvano.