Cenni storici

1938

Il 25 agosto 1938 esce il primo numero della Rivista di Lugano. A dirigerla è il giornalista Fedele Dagotto. Nato nel 1881 a Campiglione-Fenile (Piemonte), Dagotto studia in un collegio privato e giunge a Lugano all'età di 25 anni. Avendo dimestichezza con la linotype inizia a lavorare con Carlo Grassi, che gli affida la direzione della tipografia di via Battaglini (attuale via Peri), dove si stampavano il quotidiano «Popolo e Libertà» e il giornaletto satirico Il Ragno, di cui Dagotto acquisterà, qualche anno più tardi, la testata. Fedele entra in seguito, in qualità di cronista, nella redazione di «Gazzetta Ticinese». Collabora anche con il «Dovere» ed è redattore responsabile per molti anni del bollettino dell'Automobile club. Per far sì che le notizie possano raggiungere tutti gli abitanti di Lugano e dintorni, fonda nel 1938 la Rivista di Lugano.

Il carattere del giornale emerge già dall'intestazione, «Rassegna settimanale per le famiglie», e dalle prime righe dell'editoriale del 25 agosto 1938: «I nostri propositi sono molto modesti: andare incontro al popolo e secondare il suo gusto, appagare i suoi desideri, tenuto calcolo della proprietà di forma e della moralità di contenuto che si addicono ad un periodico che desidera essere bene accolto in ogni famiglia». Si proponevano notizie internazionali, nazionali, cantonali, locali e, con l'appendice «Il Ragno», anche una buona dose di umorismo. È fin da subito un giornale che «parla» con semplicità e schiettezza ai luganesi e lo fa senza schierarsi politicamente. Scrive infatti il direttore: «La nostra "Rivista" sarà apolitica e come tale svolgerà la sua azione all'infuori e al di sopra dei programmi e delle questioni di partito». Nel tempo non si è mai perso questo carattere. In oltre 75 anni di storia la Rivista è cambiata sia dal punto di vista grafico sia contenutistico (abbandonata nei decenni la cronaca nazionale e internazionale), ma ha sempre agito tenendo fede ai principi del suo fondatore mettendo al centro del suo interesse il Luganese e la sua gente.


Fedele Dagotto, fondatore e primo direttore.

1965

Il fondatore viene a mancare. Tutti piangono la sua scomparsa. Termina un'epoca importante per il giornale e per la società stessa. È soprattutto grazie alla professionalità e al carisma di Fedele Dagotto che la ventisettenne Rivista di Lugano ha superato indenne la guerra e tenuto informati migliaia di luganesi sulle vicende più disparate (inondazioni, valanghe, feste, cronaca cittadina, ecc.). Il tempo per il lutto è tuttavia limitato perché, come si suol dire in questi casi, «show must go on», ovvero lo «spettacolo» deve continuare. Alla guida della Rivista di Lugano subentra così la figlia di Fedele, Lydia Dagotto. Per poco meno di un anno sarà lei a dirigere il settimanale.


Lydia Dagotto, direttrice responsabile dal 1965 al 1966.

1966

Si apre la lunga stagione di Armando Libotte (6.12.1917–27.1.2008). Finite le scuole dell'obbligo, si trova nell'impossibilità di proseguire gli studi per sopravvenute difficoltà in casa ed è costretto a svolgere diversi mestieri, concedendosi però il tempo per curiosare nel giornalismo sportivo. Allo Sport Ticinese (siamo nel 1934) inizia la sua lunga e proficua carriera di giornalista, che lo vede al Giornale del Popolo, all'Eco dello Sport e appunto alla Rivista di Lugano. Giornalista a tutto tondo per oltre 60 anni, è stato anche uno straordinario sportivo: ha fondato la Sal (società atletica Lugano), è stato campione svizzero di marcia sui 50 km, ha partecipato a sei olimpiadi come giudice per la marcia, ha creato la coppa del mondo di marcia a squadre. Il tutto senza citare altre imprese sportive, l'attività musicale, la pubblicazione di libri e svariate piccole e grandi iniziative che l'hanno visto protagonista.

1988

30 settembre 1988. La Rivista esce nel nuovo formato A4, più piccolo rispetto al precedente, con un nuovo logotipo e una copertina a colori. Tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90 s'introducono due colori redazionali supplementari: il rosso e il blu.


Armando Libotte, direttore responsabile dal 1966 al 1993.

1993

Nel 1993 si chiude – dopo 27 anni al comando, gli stessi di Dagotto – l'era di Libotte e inizia quella di Raimondo Locatelli. Classe 1944, di origini bergamasche, arriva in Ticino con la famiglia a 4 anni. Dopo ginnasio e liceo a Lugano, nel '64 entra al Giornale del Popolo, dapprima come redattore e, dal 1984, in qualità di responsabile della politica cantonale. Nel '93 accetta l'invito a dirigere la Rivista di Lugano, impegno che svolge fino al 2009. A lui va il merito di aver intuito e anticipato alcuni fenomeni urbanistici e territoriali, «aprendo» la Rivista di Lugano, che fino allora era un foglio prettamente cittadino, all'intero distretto. Notevole la produzione letteraria di Locatelli: dal 1989 a oggi ha pubblicato volumi legati alla pianificazione del territorio, a comuni del Luganese e alla pesca.

2000

Dal 7 aprile del 2000 le pubblicazioni sono in quadricromia.


Raimondo Locatelli, direttore responsabile dal 1993 al 2008.

2008 a oggi

Responsabile della redazione è Ivan Pedrazzi, di Cadro. Dopo gli studi liceali, inizia la professione di giornalista a Libera Stampa, con Silvano Ballinari ed Ernesto Hunziker. Segue l'avventura a La Regione (dal 1992, anno della fondazione del quotidiano) e in seguito al Corriere del Ticino, dove si occupa delle pagine regionali. Nel 2008 approda alla Rivista di Lugano, dove in redazione lo affiancano Roberto Guidi (proveniente dal Giornale del Popolo), Ivana Aldi Molgora e Marina Carta-Buttiglione. Alla pubblicazione contribuiscono con apporti regolari di notizie e servizi numerosi collaboratori, tra cui alcuni di lungo corso come Mario Berardi.

Ivan Pedrazzi, direttore responsabile dal 2008 ad oggi.