#Approfondimenti | 28/05/2024

Icona dell'automobilismo nel cuore dei ticinesi

Jim Moser

Da venerdì 24 a domenica 26 maggio, porte aperte all’Expo Silvio Moser di Lugano tra auto, cimeli e coppe per ricordare il talentuoso pilota a mezzo secolo dalla scomparsa.

Mio padre, Silvio Moser, morì il 26 maggio di cinquant’anni fa, dopo un grave incidente alla 1000 Km di Monza avvenuto un mese prima. Permettetemi un’analogia ardita; in questi giorni si è parlato molto di Ayrton Senna, deceduto trent’anni fa a Imola. Le analogie furono molte: un guasto tecnico e non un errore di guida provocarono le tragedie, le lesioni alla testa che si rivelarono mortali e la giovane età di entrambi. Nel mondo la morte di Senna lasciò un vuoto negli appassionati. Allo stesso modo, nel piccolo Ticino e in particolare a Lugano, la morte di mio padre fu molto sentita. 
Era amato dal suo pubblico e qui era uno degli sportivi più in vista in quegli anni. Era anche abbastanza conosciuto in Italia e in Argentina, dove colse le sue vittorie più importanti. Assieme a Clay Regazzoni viveva la Città e ancor oggi il suo ricordo è fresco. Si ricordano del suo altruismo, della sua semplicità; era sempre pronto allo scherzo e per aiutare gli amici faceva di tutto. 
Come pilota, dai racconti degli amici e dei colleghi, era straordinario per la pulizia di guida e il controllo assoluto del mezzo, di qualunque mezzo veloce; infatti, come i migliori piloti, era fortissimo sul bagnato, altra analogia con Senna. Gli amici mi hanno raccontato che una volta le qualifiche andarono male, poi in gara cominciò a piovere e mio padre recuperò ben venti posizioni.