#Approfondimenti | 19/05/2023

Omaggio a un gigante

Padre Giovanni Pozzi – cappuccino, italianista, docente universitario, esperto di mistica e arti figurative – ha lasciato un segno indelebile nella cultura svizzero-italiana del secondo Novecento. Per ricordarlo nel centenario dalla nascita, la Biblioteca Salita dei Frati, l’Università di Friburgo e l’Istituto di studi italiani organizzano un convegno internazionale e una mostra.

Il suo magistero all’Università di Friburgo, dove ha insegnato dal 1956 al 1988, ha contribuito a formare generazioni di studenti non solo ticinesi, che poi hanno a loro volta contribuito ad arricchire le generazioni successive nei rispettivi ambiti di competenza (scuola, giornalismo, politica e così via). 
Nato a Locarno con il nome di Paolo il 20 giugno 1923, primo di sei fratelli, Pozzi entrò giovanissimo nel convento di Faido e dopo i normali anni di scuola nel Collegio Serafico passò come novizio al convento cappuccino di Cesena, dove professò i voti solenni nel 1940. Attratto inizialmente dalla pittura, ambito nel quale mostrò alcune prove non banali, passò poi alla letteratura italiana studiando a Friburgo con Gianfranco Contini e Giuseppe Billanovich, di cui divenne successore alla fine degli anni cinquanta. 
Lasciò l’ateneo dopo trent’anni per rientrare a Lugano presso la Salita dei Frati, dove aveva contribuito a fondare l’omonima biblioteca alla quale dedicò gli ultimi anni della sua vita. Morì nell’estate del 2002 all’età di 79 anni…