#Vetrina | 13/01/2022

Francesco Markesch

Incontriamo questa settimana il nuovo direttore della Funicolare San Salvatore. Conosciamo un uomo dalle mille sorprese, viaggiatore e sportivo appassionato.

di Marina Carta

È un viaggiatore, Francesco Markesch. Uno di quelli che il mondo lo ha visto e vissuto davvero per necessità, svago o lavoro; soprattutto in giovane età, quando la curiosità e il desiderio di conoscere realtà sempre diverse lo hanno spinto a fare le valigie per visitare luoghi e città, incontrare persone, respirare aria nuova e stimolante. 

Ticinese d’adozione, il nostro interlocutore è nato il 30 settembre del 1960 a Istanbul, dove ha frequentato scuole elementari e medie. Si è trasferito alle nostre latitudini nel 1972 insieme alla sua famiglia, a soli 12 anni. «In quel periodo, la Turchia non offriva grandi prospettive a noi ragazzi. La decisione di partire dei miei genitori fu dunque la naturale conseguenza di una situazione sociale ed economica poco promettente. Allo stesso tempo fu una scelta molto coraggiosa e azzardata, perché non è facile lasciare la propria terra senza sapere esattamente a cosa si va incontro. Per fortuna, qui abbiamo trovato il “futuro” che cercavamo, la vita “serena” che in una città di 20 milioni di abitanti è difficilmente raggiungibile. Dopo tanti anni, posso affermare: la vera America è qui, in Svizzera!».
In Ticino Francesco Markesch ha frequentato il ginnasio e svolto l’apprendistato di commercio. «È stata dura, soprattutto all’inizio, quando ci siamo ritrovati in un nuovo Paese, in una realtà decisamente più piccola rispetto a quella che avevamo vissuto fino a quel momento. Ma ce l’abbiamo fatta, ci siamo integrati molto bene grazie anche all’aiuto della scuola e oggi mi sento a tutti gli effetti parte di questo mondo». Diverse le esperienze lavorative maturate subito dopo il diploma. Una, in particolare, ha segnato la sua carriera. «Per molti anni sono stato contabile e responsabile d’esercizio della Ferrovia Monte Generoso. Una bella pagina della mia vita, che mi ha permesso di approcciare per la prima volta il settore turistico». Settore che non ha più abbandonato e che tutt’oggi lo impegna professionalmente. «Nel 2001 ho cambiato realtà, restando comunque sempre su rotaia. Sono stato assunto alla Funicolare San Salvatore, dove ho cominciato a lavorare a stretto contatto con il direttore Felice Pellegrini, da poco passato al beneficio della pensione e dal quale ho appena raccolto il testimone. Nei panni di capitano cercherò di lavorare nel segno della continuità, senza dimenticare quanto di buono fatto in tutti questi anni grazie alla preziosa conduzione di Pellegrini. Allo stesso tempo, con la mia squadra intendo portare in vetta alcune nuove idee e proposte per sorprendere i nostri visitatori con esperienze piacevoli adatte a tutta la famiglia».

Quando racconta del suo lavoro si esprime in termini sportivi, dimostrando rispetto e senso di appartenenza nei confronti di un’azienda che richiede la collaborazione di un team affiatato. Ma anche, probabilmente, ricordandosi inconsapevolmente dell’altra sua anima, quella legata al mondo della pallacanestro. Arbitro di serie A per oltre 20 anni e presidente per 26 del Riva Basket, ha calcato i parquet di tutta la Svizzera. «Il basket mi ha dato tanto, i giovani mi hanno dato tanto, anche se non è sempre stato facile conciliare gli impegni privati e quelli professionali. Devo per questo ringraziare mia moglie, che mi ha sempre sostenuto, e i tanti bambini del Riva che ogni giorno mi hanno ricordato quanto sia bello coltivare delle passioni».

Oggi, Francesco Markesch il basket lo segue meno da protagonista e più da spettatore. Ci confessa anche che, pur privilegiando la palla a spicchi («di recente ho assistito a una spettacolare partita tra Armani Milano e Real Madrid») ha un debole per il tennis: «Roger Federer è il mio modello, un campione d’immensurabile bravura, che brilla per tranquillità e saggezza». Nella sua vita non c’è tuttavia solo lo sport: il suo pensiero va anche a quel passato da viaggiatore libero e appassionato. Ha ancora un sogno da realizzare: quello di ricominciare a scoprire il mondo, senza limiti né restrizioni. «La mia prima destinazione post pandemia? Di sicuro il Vietnam! Mi manca ancora all’appello».

 

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sull'edizione del 14.01.2022

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