«Grazie a tutti per questi meravigliosi 45 anni. Il vostro oste». Domenica 31 agosto, Matteo Napolitano, con la moglie Lisa, ha lasciato le chiavi dell’Osteria Gallo d’Oro sotto lo zerbino. A Soragno si chiude un’éra irripetibile, perché unica è la personalità del suo (ex) gestore. Al netto di una cucina peraltro di alta qualità, ha fatto le fortune del ristorante grazie a una capacità non comune di mettere a suo agio la clientela. Tutta. Per lui non contava chi si sedeva al tavolo: che sia un habitué o un occasionale, un germanico o un ticinese, una coppia di fidanzatini o una tavolata di colleghi d’ufficio, il sindaco o l’imbianchino... a ciascuno ha dispensato un savoir faire fatto di cortesia, simpatia e professionalità.
Matteo Napolitano è il classico uomo che si è fatto da sè. «Sono nato in Molise nel 1956 e a 7 anni ero a Firenze in collegio, perché i miei genitori erano emigrati e lavoravano a Winterthur». Conclusi gli studi liceali, impara un mestiere nella più importante gelateria della città: Vivoli. In Toscana conosce una ragazza lucernese, Lisa, che faceva la ragazza alla pari e poi sarebbe diventata restauratrice di opere d’arte. Non si sono più lasciati. «A 23 anni lei è tornata a Lucerna e io l’ho seguita, trovando un impiego come cameriere. Dopo un paio d’anni abbiamo deciso di spostarci a sud, in una regione italofona, e ci siamo imbattuti in questo locale, che aveva una fisionomia ben diversa da quella di oggi...».
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