#Approfondimenti | 16/05/2022

Un futuro ancora da forgiare

Marina Carta

«Rinascita!». Roy Clavadetscher, Niki Paltenghi e Gian Paolo Righetti hanno le idee chiare sull’antico maglio di Aranno, di cui hanno assunto la gerenza. Si apre il 28 maggio.

Restituire al Maglio del Malcantone la centralità di cui un tempo godeva nel territorio facendolo rivivere per (e con) la popolazione locale. Questa la missione definita nel progetto di rilancio di un luogo, la cui gestione è da quest’anno affidata a Roy Clavadetscher, Niki Paltenghi e Gian Paolo Righetti, trisnipote di quel Giuseppe Righetti che nel 1860 lo costruì. Apertura ufficiale il 28 maggio, in concomitanza con la Festa nazionale dei mulini, con musica e griglia in funzione.

Il maglio di Aranno (l’unico a leva ancora funzionante in Svizzera) rappresentava un punto di riferimento per tutta la regione. Qui, attrezzi e oggetti di uso comune – falci, falcetti, badili, vanghe, zappe ecc. – prendevano forma tra le mani esperte dei «maiée». Alla fine degli anni quaranta del secolo scorso la sua attività era già ridotta, ma dal maglio uscivano ancora manufatti. La produzione s’interruppe improvvisamente nella notte del 10 agosto 1951, quando le acque della Magliasina e quelle del vicino riale della Pirocca allagarono e distrussero parzialmente l’edificio costringendo l’ultimo «maiée», Fedele Agostoni (1888-1983), a trasferirsi a Miglieglia con la sua famiglia.
L’officina malcantonese è rimasta silente per quasi 30 anni, più precisamente fino al 1979, quando Giangiacomo Righetti, bisnipote di Giuseppe, costituì la Fondazione maglio del Malcantone. Grazie a un importante lavoro di recupero promosso dall’ente oggi presieduto da Gian Luca Righetti, figlio di Giangiacomo e fratello di Gian Paolo (uno dei tre gerenti), il maglio è stato ripristinato a scopi prettamente storico-culturali. Con un museo, un chiosco, due pozze sottostanti dove poter fare il bagno e un prato dove sostare, è meta di scolaresche, famiglie e turisti.
Secondo Gian Paolo, Roy e Niki – a cui è stata affidata la gestione – «oggi più che mai, dopo oltre quarant’anni dalla sua riapertura, bisogna elevare qualitativamente l’offerta culturale, gastronomica, paesaggistica e didattica del maglio». Si punta insomma a valorizzare il luogo non solo da un punto di vista didattico, ma anche sociale. «Uno specifico progetto di rilancio è stato in questo senso elaborato e, in parte, realizzato. Per sostenerlo finanziariamente, scrivere a magliodelmalcantone@gmail.com». Vediamo nel dettaglio i suoi punti salienti…