#Approfondimenti | 18/04/2025

Dalla croce alla resurrezione

Gianni Ballabio

Ripercorriamo il cammino dal Venerdì Santo alla Pasqua – fatto di dolore e fatica, ma anche di speranza e vita – nelle parole di chi ha direttamente vissuto il dramma della croce e la luce della resurrezione. Pilato, Giuda, Barabba, l’apostolo Giovanni, Maria Maddalena, il buon ladrone... Ricordano quel Venerdì (V) e quell’alba di Pasqua (P).

L’apostolo Giovanni
V. Ero giovane, molto giovane, quasi un ragazzo: ancora non avevo conosciuto la cattiveria degli uomini. La vedevo per la prima volta nella sua perfida durezza e nel suo mistero. Forse ho avuto il coraggio di seguirlo, perché ero il più giovane; forse perché alla paura della notte era subentrato un desiderio forte di stare con lui. Non potevo lasciarlo solo. L’ho seguito dapprima da lontano, poi da vicino, fino ai piedi della croce.
P. Correvo in quell’alba di vento. Dal sepolcro vuoto usciva una luce. Chi mi aveva tolto quella grossa pietra che era un macigno? Ci sarebbero voluti dieci uomini forti per spostarla.

Maria Maddalena
V.
L’avevo cercato e incontrato una sera di festa nella casa di un ricco fariseo. Avevo lavato i suoi piedi con le mie lacrime e li avevo asciugati con i miei capelli. Tutti mi guardavano con disprezzo, ma io li conoscevo bene quegli uomini. Quanti soldi mi avevano dato per una notte senza stelle. Mi sfiorò su quel sentiero di sassi e l’ombra della croce penetrò nel mio cuore. Il suo sguardo era ancora quello di allora.
P. Mi chiamò per nome e lo riconobbi.