Archiviato il recupero e la valorizzazione del folto e rigoglioso bosco che circonda l’antico convento, l’associazione Amici del Bigorio ha deciso di mettere mano ora al recupero del sentiero della Via Crucis che dalla cosiddetta «Capelòna» al limitare del paese sale fino al santuario.
È un percorso segnato negli ultimi due secoli da fedeli che si inerpicavano meditando la via della Croce e, più recentemente, da turisti che riscoprono l’antico snodarsi dell’ultimo tratto che conduce al convento di Santa Maria Assunta. Oggi mostra evidente l’usura del tempo: i duecentocinquanta metri di sentiero, breve ma considerato tracciato storico d’importanza nazionale, presentano cedimenti del selciato, usura dei cordoli che lo delimitano e degli scalini in pietra che risultano sconnessi e rovinati. In alcuni tratti, come ha spiegato il presidente dell’associazione Amici del Bigorio, Gianni Baffelli, durante la recente assemblea, presentano criticità e rischi con particolari condizioni meteorologiche.
Lo studio di consulenze EcoControl di Lugano, al quale è stato affidato il compito di proporre il recupero del percorso, ha messo mano a un progetto che permette di salvaguardarlo per i prossimi decenni.
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