Solidarietà che costruisce ponti e futuro

Nel 2015, un terremoto ha scosso il Nepal, provocando migliaia di vittime e distruggendo interi villaggi. Da quell’evento è nata l’associazione Mani per il Nepal che, con il sostegno della comunità ticinese, ha raccolto fondi per realizzare progetti concreti a favore delle popolazioni più vulnerabili del Paese. Dieci anni dopo, l’associazione celebra il suo anniversario.

Nel 2015 il Nepal si è trovato a fare i conti con un’emergenza senza precedenti. L’associazione Mani per il Nepal ha risposto, avviando un percorso di ricostruzione e sviluppo. Nel corso di questi dieci anni, grazie alla generosità dei donatori ticinesi, l’associazione ha raccolto oltre 4 milioni di franchi a sostegno di numerosi progetti. Tra questi, vi sono la costruzione di sei ponti sospesi nelle valli himalayane che hanno reso possibile l’accesso a villaggi isolati – attraversati da fiumi impetuosi – accorciato i tempi di percorrenza e migliorato significativamente le condizioni di vita di persone e animali. L’associazione ha pure contribuito all’assemblaggio e distribuzione di 536 kit solari nel distretto di Sindhupalchok, dove il 95% delle abitazioni era stato distrutto, nonché realizzato acquedotti (in buona parte finanziati da diversi Comuni ticinesi) e centraline idroelettriche in alcune delle aree più remote del Nepal, tra le quali i villaggi di Gauthala, Walung e Angluwa. Tutte iniziative che hanno permesso a centinaia di persone di ritrovare l’accesso all’acqua potabile e all’energia elettrica. 
Numerosi i progetti educativi e sociali. La ricostruzione delle scuole a Gagalphedi e Tashigaun ha permesso di restituire un luogo sicuro e stimolante per l’istruzione a numerosi bambini, mentre la distribuzione di materiale scolastico (oltre 5mila zainetti e libri di testo) ha offerto loro l’opportunità di tornare sui banchi. Anche la costruzione dell’orfanotrofio Yamuna Children’s Home a Kathmandu è un esempio di come l’associazione abbia cercato di rispondere ai bisogni più urgenti del Paese. Il supporto è continuato con la distribuzione di alimenti, mascherine (l’associazione non si è fermata nemmeno durante la pandemia), vestiti e con l’acquisto di vacche per sostenere l’autosufficienza economica delle famiglie più povere.