#Approfondimenti | 07/05/2022

Si riapre la porta in salita dei frati

Roberto Guidi

Chiuso dal 2014, il convento è stato acquistato lo scorso anno da una fondazione che – in attesa di concretizzare i suoi progetti – ha messo a disposizione il complesso a una sessantina di profughi ucraini.

Spirito di servizio e solidarietà verso il prossimo sono il marchio di fabbrica dei frati cappuccini, che fino al 2014 hanno abitato e animato il Convento Salita dei Frati a Lugano. La medesima sensibilità contraddistingue la fondazione che ha acquistato il complesso e che – in attesa di concretizzare i suoi progetti culturali e sociali – ha messo a disposizione i locali a una sessantina di profughi ucraini.

Sull’uscio, a fare gli onori di casa, troviamo Niccolò Lucchini e Fabio Stampanoni, presidente e membro di comitato della Fondazione Convento Salita dei Frati che un anno fa ha sottratto questo luogo meraviglioso a un futuro incerto. Chiuso dal 2014 vittima della crisi delle vocazioni, il complesso era stato messo in vendita dai cappuccini, pronti a firmare con un imprenditore locale. Cinque minuti prima della mezzanotte è intervenuta la fondazione, appositamente costituita per salvare storia, muri e contenuti. In attesa di concretizzare alcune delle idee allo studio – di cui diciamo più tardi – ha intanto messo a disposizione la struttura agli ucraini in fuga dalla guerra.

L'impegno della Protezione Civile
«Con gli altri colleghi di comitato Mario Botta e Fausto Poretti ci siamo interrogati su come potessimo renderci utili in questo periodo difficile», rileva Lucchini. Una telefonata alla Protezione civile Lugano Città ha aperto interessanti scenari. La Pci si è preoccupata di tirare a lucido il convento, imbiancare, posare letti, allestire sale giochi, riaprire il refettorio e la cucina, portare televisori e divani... «Il suo lavoro e il suo entusiasmo sono stati eccezionali!».