#Approfondimenti | 18/05/2024

Collina d'Oro a vent'anni dall'aggregazione

Americo Bottani

Il matrimonio tra Agra, Montagnola e Gentilino avvenne nel 2004 in un clima infuocato. A distanza di 20 anni l’ascia è stata definitivamente seppellita e i risultati parlano a favore di Collina d’Oro. Parola di Sabrina Romelli, Andrea Bernardazzi, e Giorgio Cattaneo.

Se a Montagnola e Agra il progetto è stato accolto a larga maggioranza, a Gentilino il risultato della votazione consultiva è stato serrato. Lo scarto fra fautori e contrari è stato di sole 6 schede. Il progetto aveva suscitato un acceso dibattito fra le due fazioni, con inimmaginabili tensioni soprattutto in sede politica.
Il Municipio «monocolore» Plr aveva espresso un sofferto preavviso negativo, mentre la cittadinanza rispose affermativamente, seppur per il rotto della cuffia: 352 voti favorevoli (il 50,43% dei votanti) e 346 contrari (49,57%). La partecipazione era stata del 73,59%. Percentuali simili si sono riscontrate nelle altre due località. Ad Agra, 197 votanti (l’84,55%) si sono dichiarati d’accordo alla fusione, 36 (il 15,45%) l’hanno invece respinta. A Montagnola ci sono state 595 schede favorevoli (72,03%), mentre quelle negative sono state 231 (27,97%). Qui si era registrato il maggior numero di schede bianche: 20.
La nuova legislatura ha avuto inizio nell’aprile 2004 con un Municipio di 7 membri e un Consiglio comunale di 30.

Parola ai sindaci

Sabrina Romelli
Ci può ricordare gli albori di Collina d’Oro? 
«È stato un momento intenso e interessante. La riorganizzazione dei vari servizi dell’amministrazione ha richiesto approfondimenti e una certa sensibilità, poiché si è dovuto assegnare un ruolo a dipendenti che appartenevano agli ex Comuni. Il risultato è stato positivo, anche se in seguito sono stati necessari alcuni aggiustamenti. Il Municipio ha elaborato i regolamenti e le ordinanze, tenendo conto dei documenti esistenti e della nuova realtà comunale, pensando al bene dei cittadini. La prestazione complementare, per esempio, era stata predisposta sul modello del vecchio regolamento di Montagnola, che andava maggiormente a vantaggio della popolazione».

Andrea Bernardazzi
Come valuta la sua esperienza municipale? 
«L’elezione nel 2016 è stata inaspettata. I cinque anni seguenti sono stati un susseguirsi di emozioni e di apprendimento. Devo dire che la cosa pubblica mi ha appassionato sempre di più. Per questo, in accordo con i familiari, ho deciso di ripropormi per un secondo mandato in Municipio, dove vi era, come per tutti i candidati, la possibilità di essere eletto sindaco».

Come giudica i primi tre anni alla guida del Comune? 
«Può sembrare facile gestire un Comune dalle risorse floride e in cui l’apparato pubblico è ben funzionante, ma non è così. Va considerato che quattro colleghi su sette erano alla loro prima esperienza, quindi ci siamo concentrati sulla collaborazione e sulla condivisione per arrivare a soluzioni che potessero portare benefici ai cittadini. Giudico positivamente l’operato dell’intero Municipio».