#Approfondimenti | 31/08/2022

Gesora tra arte e ingegneria

Adriana Rigamonti

Chiamato Oratorio della Beata Vergine delle Grazie o, più familiarmente, Gesora, ha una storia iniziata nel 1855 quando dalle nostre parti infuriava il colera. Guidati dal curato don Fedele Poli, i parrocchiani del villaggio malcantonese fecero un voto: avrebbero costruito una chiesetta se la Madonna li avesse liberati dalla malattia. I lavori iniziarono nel 1856: le maestranze operarono gratuitamente e conclusero l’edificazione 19 anni dopo. Progettista fu l’architetto Giorgio Ruggia, che era stato attivo in Russia.

Nel 1968 l’architetto Finzi, su richiesta del Consiglio parrocchiale, trasformò l’interno: al posto del tradizionale altare in scagliola e della balaustra furono sistemati una vetrata creata da fra Roberto Pasotti e un più moderno altare in granito. Il 19 ottobre, il Giornale del Popolo dedicò un articolo alla consacrazione dell’altare, scrivendo: «Oggi, sabato, alle 18.30, avrà luogo l’inaugurazione dei restauri dell’Oratorio della Madonna delle Grazie. Monsignor Vescovo consacrerà il nuovo altare. La chiesuola è a forma di croce greca, semplice nello stile ma gentile; tutto è grazia e armonia».
Compiamo ora un altro salto temporale e raggiungiamo gli anni 1987-1989, quando furono eseguite alcune modifiche riguardanti il tetto, la lattoneria e la verniciatura esterna. Gli interventi vennero eseguiti dopo che il Comune ebbe realizzato importanti lavori: la ripida vallata in cui scorre il ruscello Bornago, fu coperta e al suo posto creata un’area di svago e un posteggio. Sembrava che tutto andasse bene, ma scaturirono alcuni problemi: l’acqua del sottosuolo si accumulò e risalì verso la chiesetta, diffondendo umidità e provocando sfaldamenti lungo i muri e il pavimento.
Nel 2021 il Comune di Pura ha intrapreso importanti opere di canalizzazione e di rifacimento degli spazi pubblici a ridosso della chiesetta, considerata bene culturale protetto.