Cent'anni di elettricità a Massagno

Ivan Pedrazzi

Impresa audace quella avviata dal Comune di Massagno negli anni ’20 per procurare l’elettricità ai suoi abitanti. Gli uomini, le vicende e le opere che hanno costellato il cammino di Aem rivivranno in occasione dei festeggiamenti al Lux. «Il futuro? Collaborazioni e innovazione», risponde il direttore Endriss.

In due anni, il Municipio diretto all’epoca dal sindaco Battista Foletti, con un investimento di 1,2 milioni di franchi, ha costruito gli impianti e la rete di distribuzione, raggiungendo nel 1926 l’autonomia energetica. Giovedì 22 e sabato 24 maggio festa al Lux per celebrare la storica ricorrenza. 

Nel dicembre 1922, l’Assemblea comunale di Massagno ha accordato un credito di 500 franchi per lo studio della municipalizzazione del servizio d’illuminazione elettrica. Nel 1925 scadeva la convenzione con l’Officina elettrica di Val Mara1 e, sotto la spinta del sindaco Battista Foletti, le autorità di Massagno erano intenzionate a produrre corrente elettrica in proprio. È stata un’autentica impresa sia dal punto di vista finanziario sia amministrativo e soprattutto tecnico. Occorrevano infatti un fiume e il permesso di captarne le acque, una centrale con i trasformatori e una rete di distribuzione della corrente elettrica. 
Curato dall’elettrotecnico Giacomo Bühler, che dirigeva un’officina meccanica a Massagno, e dall’ingegnere Walter Maderni, il progetto ha preso forma nel 1924. Il 12 settembre 1926, le turbine della nuova centrale hanno cominciato a produrre elettricità grazie alle acque del fiume Cassarate: accumulate alla presa di Curtina, scorrevano in una tubazione a cielo aperto di tre chilometri fino a Sonvico, per poi precipitare alla Stampa in una condotta forzata con un dislivello di 250 metri. 
Del costo di 1,2 milioni di franchi, l’impresa fu realizzata nell’arco di due anni.