Libera Stampa, il 25 giugno 1925, scrive: «Si inizia stamane, davanti al Tribunale Penale, il processo contro Tewanna Ray, capo indiano, al secolo La Plante e venditore d’olio di serpente, salito dal cinematografo al Varieté, portato all’apoteosi dai denari della Khewenhüller e dalla idiota reclame fascista e infine finito al nostro Penitenziere per alcune scroccherie commesse nel nostro paese che meno si lascia abbagliare dai titoli e dalla coreografia». Il Corriere del Ticino, lo stesso giorno, scrive che il La Plante inizia a Lugano la sua tournée di processi. Infatti, «dopo Lugano verrà istradato in Italia, dove lo aspetta una denuncia per truffa, poi nel Belgio e forse anche in Inghilterra, dove il falso pellerossa ha lasciato tracce della sua multiforme attività». Leggiamo ancora che «al processo sono rappresentati tutti i quotidiani ticinesi e gli inviati speciali del Corriere della Sera, della Stampa, del Secolo, della Gazzetta del Popolo, della Suisse, del Nuovo Giornale di Firenze, della Neue Zürcher Zeitung, ecc., ecc. Le tribune del pubblico sono gremitissime di gente: viva è l’attesa per l’entrata dell’imputato».
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