#Approfondimenti | 08/02/2024

Una mano tesa alle famiglie

Spesso poco considerata, quella del famigliare curante è una figura che va invece valorizzata a 360 gradi, anche attraverso il pagamento di uno stipendio. La pensa così l’associazione NamuCare, che ha avviato un progetto unico in Ticino, prendendo spunto da una pratica già consolidata nella Svizzera tedesca.

Nata nel 2021 grazie all’impegno di quattro fondatori – Stefan Furrer (presidente), Gabriela Wulz (direttore sanitario), Marco Ballabio (direttore amministrativo) e Christian Caneva (vicepresidente) – l’associazione NamuCare importa nel nostro Cantone una pratica già consolidata nella Svizzera tedesca, che consiste nell’aiutare le persone con problemi di salute sostenendo i loro famigliari. Ente senza scopo di lucro, interviene concretamente a favore di quelle realtà in difficoltà sia nella gestione del proprio caro ammalato, sia nell’affrontare la situazione finanziaria talvolta difficile che ne deriva. Non di rado, infatti, il parente si ritrova di fronte a un bivio: dedicare il proprio tempo alla persona malata o al proprio percorso professionale? In termini pratici, NamuCare segue proattivamente la persona curante offrendogli una retribuzione congrua al lavoro che svolge e versandogli i contributi previdenziali per l’intera durata dei servizi di assistenza forniti. «Miriamo insomma a diminuire le preoccupazioni economiche del famigliare – rilevano i fondatori dell’associazione – così da consentirgli di dedicarsi al proprio caro e permettere a quest’ultimo di affrontare più serenamente la propria condizione». Nel dettaglio, vengono retribuite prestazioni di base che esulano da una formazione infermieristica approfondita come l’aiuto alle cure d’igiene corporale e della bocca o a vestirsi e svestirsi, l’assistenza attiva durante i pasti, la prevenzione antidecubito e l’aiuto durante la mobilizzazione. Azioni come preparare un pasto, lavare i vestiti, pulire la casa, accompagnare dal medico, eccetera non rientrano invece in questa categoria. Non da ultimo, qualora ci siano i presupposti e la volontà del parente curante, si può valutare un percorso formativo a spese dell’associazione.