#Approfondimenti | 17/06/2023

Sassi, scope e case da 25 anni

Roberto Guidi

Nel marzo 1988 il Curling club Lugano nasceva su iniziativa di Jürg Wernli e Learco Bernasconi, folgorati dalle imprese nella Nazionale svizzera ai Giochi Olimpici di Nagano. Da allora il sodalizio è cresciuto, ha messo in bacheca diversi trofei, organizza tornei, catalizza interesse, ma per crescere ha bisogno di più ghiaccio.

Tastiamo il polso del sodalizio in compagnia del vice-presidente Fabrizio Albonico, una voce conosciuta dagli appassionati – sempre più numerosi – che in televisione seguono Europei, Mondiali e Olimpiadi: da alcuni anni garantisce infatti il commento tecnico nelle dirette della Rsi. Lo incontriamo alla Cornèr Arena poche settimane dopo aver rimesso nell’armadio gli arnesi del mestiere, sassi e scope, al termine di una stagione di festeggiamenti, quelli del venticinquesimo.
Nel marzo 1988, dopo aver seguito con passione le avventure degli atleti svizzeri ai Giochi Olimpici di Nagano, culminate con la conquista della medaglia d’oro, gli albergatori Jürg Wernli e Learco Bernasconi – che il curling già lo praticavano saltuariamente – decidono di fondare un club in città. In Ticino la disciplina non era certo sconosciuta – esistevano già le società di Ascona (nata nel 1960) e Chiasso (1967), mentre in seguito sarebbero arrivate pure quelle di Ronco Sopra Ascona (2006) e Faido (2010) – ma occupava comunque un ruolo marginale, di assoluta nicchia, nel panorama sportivo.
«Acquistato il materiale occorrente e ricevuto dal Dicastero sport, grazie ai buoni uffici del sindaco Giorgio Giudici, il permesso di occupare il ghiaccio della Resega per due ore la settimana, l’attività decolla. Per il battesimo, Wernli e Bernasconi hanno invitato il neo campione olimpico Patrick Hürlimann», ci dice Fabrizio Albonico. Lui a quell’epoca non c’è ancora, arriverà nel 2003.