#Approfondimenti | 09/02/2023

I dadi sono tratti

Lunedì 6 febbraio le liste sono diventate definitive e la numerazione si è svolta per estrazione a sorte martedì mattina. Distribuiti su 10 liste, alla corsa per il rinnovo del Consiglio di Stato partecipano 49 candidati, mentre nelle 14 liste per il Gran Consiglio sono 916 i pretendenti a una delle 90 poltrone che costituiscono il Parlamento cantonale.

Il Consiglio di Stato aveva rilevato lacune nella documentazione (dichiarazioni di accettazione della candidatura ed estratti del casellario giudiziale) fornita da un candidato all’elezione del Consiglio di Stato e da 123 candidate e candidati all’elezione del Gran Consiglio. Nella maggior parte dei casi l’incarto è stato completato nei termini prescritti, mentre per 8 candidate e candidati al Gran Consiglio non si è posto rimedio e si è quindi proceduto allo stralcio.

Sbrigate queste formalità, la campagna entra nel vivo. È compito ora delle forze politiche e dei loro rappresentanti profilarsi e farsi conoscere, utilizzando a loro favore gli spazi e i canali per indicare all’elettorato le loro sensibilità, i progetti e i temi per quali sono disposti ad impegnarsi. Sono quelle «promesse» e buone intenzioni facili da annunciare, ma non altrettanto da rispettare in un sistema che impone la ricerca del compromesso.

Per analisti e osservatori c’è ora materiale in abbondanza per le abituali statistiche e riflessioni nonché pronostici. Per la ricomposizione del Governo i più propendono per una riconferma degli equilibri in gioco, dato per scontato che Marina Carobbio subentrerà per la lista Ps-Verdi all’uscente Manuele Bertoli. In caso di elezione sarebbe la quarta consigliera di Stato ticinese. In casa Lega-Udc l’embrassons-nous è stato di breve durata e si sgomita per quel seggio ballerino (di Claudio Zali, ma neppure Norman Gobbi può dormire sonni tranquilli) a cui mira un ambizioso e determinato Piero Marchesi. Sarebbe un colpaccio per l’Udc, che ha già manifestato interesse per il Dipartimento delle finanze. Mission impossible? Il 2 aprile le urne diranno... Raffaele de Rosa e Christian Vitta possono invece considerarsi in una botte di ferro.

È decisamente più arduo azzardare ipotesi per il Gran Consiglio, dove si libereranno 22 poltrone di deputati che hanno rinunciato a un nuovo mandato. La presenza di numerosi «partitini» e movimenti potrebbe ulteriormente frammentare lo schieramento delle forze politiche. Una difficoltà supplementare per la ricerca del consenso a vantaggio però del pluralismo delle voci e delle opinioni…