#Approfondimenti | 13/10/2023

Un tetto sul Camoghè

Maurizio Cattaneo

Da cent’anni il rifugio, in disuso, si appoggia alla vetta rocciosa del monte. Lepontia Cantonale vorrebbe ripristinarlo con l’obiettivo di riaprirlo nel 2025 per il 140.mo dell’associazione studentesca. Il progetto dell’architetto Urs De Polo è in attesa del permesso di costruzione. Ve lo presentiamo.

Con i suoi 2.227 metri s.l.m, il Camoghè è la vetta più alta del Sottoceneri e si protende verso il cielo quasi fosse la bandiera ticinese: lo si vede distintamente sia da Lugano sia da Bellinzona e Locarno, quelle che nell’Ottocento furono, a rotazione, le tre capitali del Cantone. La sua cresta si trova sul confine tra i Comuni di Ponte Capriasca, Monteceneri, Cadenazzo e, per quanto riguarda il territorio della Val Morobbia, Bellinzona. Questa montagna fa da spartiacque tra le due regioni.
Così come per la cappella, il nuovo rifugio del Camoghè è promosso dall’associazione studentesca Lepontia Cantonale, società fondata nel lontano 1885 che raccoglie studenti e professionisti cattolici ticinesi. Jonathan Binaghi è l’attuale presidente e Alessandro Simoneschi il vice.
Lepontia Cantonale ha acquistato la parcella su cui si trovano i resti del rifugio da armasuisse Immobili, l’organizzazione che si occupa degli stabili appartenenti al Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport. Questa parcella si trova sul territorio della Comunanza Cadenazzo-Monteceneri, Comuni che sono stati subito coinvolti nel progetto, come pure i Patriziati della zona.
Il cantiere partirà solo quando – oltre ovviamente all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni in materia edilizia – saranno stati raccolti i fondi, circa 250mila franchi. Lepontia Cantonale punta a completare l’operazione nel 2025, anno che coinciderà con il 140.mo dell’associazione studentesca.