#Stile libero | 22/04/2023

Dal San Giorgio al Ceresio

Giuseppe Zois

Difficile abbozzare una sintesi capace di rendere l’idea della molteplicità di esperienze che costellano la vita di Gianfranco Albisetti. La professione di tipografo, la passione per la scrittura e la montagna, il canto e la musica, l’impegno per il paese e la parrocchia...

Cominciò casualmente come tipografo, incuriosito da quel mondo che è diventato il suo, dall’apprendistato fino all’Avs. Nelle tipografie del passato si mettevano insieme, nel vero senso del comporre, le parole degli altri, giornalisti o scrittori, poi anche rilegandole in riviste e libri. 
Si è accesa così la fiamma di Gianfranco per testarsi presto nello scrivere poesie dialettali, poi allargandosi alla ricerca storica e realizzando un volumone sui famosi – per molti versi, dalle fatiche al gergo non proprio oxfordiano – «caraduu da Mérat», i carrettieri. Poteva restar fuori dagli orizzonti la scrittura legata alla passione della montagna? Nossignori, ed eccolo cimentarsi in un suggestivo viaggio dal Generoso al Tamaro, dall’Adula al Basodino, intrecciando tradizioni, leggende, usanze, un repertorio interessante da conoscere anche per i ticinesi, ai quali è spalancata una finestra che va oltre la propria regione. Poi, già dall’adolescenza, senza pause, la musica: con l’accompagnamento alle funzioni liturgiche sugli organi di molte chiese. Inevitabile anche il confronto con il canto e l’approdo nel Coro Val Genzana di Massagno. 
In questa gamma va incastonato l’impegno per il proprio paese d’origine, espresso nel Comune e nella parrocchia, dentro il Museo di arte sacra, attivo dal 2013 per salvaguardare e far conoscere arte e artigianato di un ricco passato. Focus recenti: l’emigrazione e il contrabbando.