#Approfondimenti | 11/04/2022

Maroggia, dove l'arte è… di strada

Andrea Ventola

La Triennale di Maroggia ha ottenuto un’ampia eco mediatica internazionale grazie al murales del grigionese Bane, uno dei dieci lavori più significativi del 2021.

Giunta alla sua terza edizione, la Triennale si è consacrata come uno dei principali appuntamenti artistici sul piano internazionale, accogliendo 10mila visitatori.

È passato poco più di un anno da quando, lunedì 23 novembre 2020, lo storico mulino di Maroggia è rimasto intrappolato tra le fiamme divampate nel magazzino della struttura.
Un evento drammatico che ha colpito non solo gli abitanti, ma i luganesi tutti, visto che dal 1800 il mulino rappresentava il cuore storico del paese; a vederlo incenerito da un rogo improvviso è sembrato di assistere a un’impietosa sentenza di morte nei confronti della tradizione e della memoria locali. Sappiamo infatti quanto sia importante conservare i ricordi, proteggere le radici della nostra cultura, tanto più se sono simbolo d’un mondo vero, robusto nell’animo, come quello contadino.
Oggi, a ricordare quell’avvenimento viene un po’ la pelle d’oca, perché Maroggia è nuovamente al centro della cronaca: non più per la perdita d’un monumento, come l’ha definito il sindaco Jean-Claude Binaghi, ma per la conquista d’una nuova testimonianza, artistica questa volta, e non più solo popolare, bensì internazionale. Uno sguardo verso il futuro, che di nome fa «Street Art»: arte di strada.
Non un caso, dato che gli impervi sentieri delle montagne, i corsi fluviali del Mara e le più ampie correnti lacustri, o ancora le arterie di collegamento fra nord e sud, battute sia dalle strade asfaltate che dalla ferrovia, segnano il territorio come rughe profonde e sempre vive, sulle quali gli uomini transitano inarrestabili, microscopici e indaffarati come formiche