Diritti umani sul grande schermo

Roberto Guidi

Conflitti, sopprusi, violenze, precarietà: sono lo specchio di un mondo sempre più malato che, dal 12 al 19 ottobre, viene presentato al Film Festival Diritti Umani Lugano. Pellicole, dibattiti, incontri...

Equità, razzismo, promuovere la diversità, multiculturale, violenza di genere, nonbinario, diversificare: sono solo una manciata delle parole e dei concetti che l’amministrazione Trump ha bandito dalla propria comunicazione e che formano la grafica dell’acronimo della rassegna cinematografica cittadina. 
Indipendentemente da che parte la si guardi – destra, sinistra o centro – la situazione è grama. Conflitti, soprusi, violenze, disoccupazione, precarietà, diritti violati, immigrazione, abusi di potere e via citando formano un quadro in cui per molti è impossibile vivere. Anche nel nostro Occidente sempre meno ovattato. Piano piano apriamo gli occhi su situazioni che non siamo più disposti a tollerare e ben vengano eventi come questo di Lugano che stimola, pungola, interroga, denuncia. Un festival che – a livello di titoli – resta di nicchia: registi e attori sono spesso tutti da scoprire dal grande pubblico e non ha insomma senso presentare le diverse pellicole (i dettagli sono su festivaldirittiumani.ch), quanto piuttosto soffermarsi sulle parole di chi promuove la manifestazione.