#Approfondimenti | 16/05/2025

Arti inclusive in città

Roberto Guidi

Orme, festival internazionale di arti inclusive della Svizzera italiana, torna a Lugano da mercoledì 21 a domenica 25 maggio. Cinque giornate di programmazione dedicate a produzioni di teatro e danza con compagnie e artisti con e senza disabilità, performance urbane, proiezioni, incontri, masterclass, laboratori e installazioni. Il tema di quest’anno è «Care point: l’arte di prendersi cura». Ne parliamo con il direttore artistico Emanuel Rosenberg.

Partiamo dal nome. «Le diverse forme d’arte danno la possibilità di esprimere quello che sentiamo, di lasciare un segno come orme che restano sulla sabbia o sulla neve. Anche una carrozzina e una stampella ne lasciano una. Il nostro festival permette a persone con o senza disabilità di esprimersi attraverso l’arte», spiega Emanuel Rosenberg, anima sia della rassegna sia di Teatro Danzabile che la organizza.
Quella alle porte è l’ottava edizione (la cadenza è biennale), la prima senza il partner inclusione andicap ticino. «Ci sono state giocoforza nuove sfide da raccogliere. Se dal punto di vista organizzativo, pratico e artistico la macchina è oliata, da quello amministrativo e logistico abbiamo dovuto fare un passo in più, spalleggiati peraltro da Pro Infirmis. Siamo comunque una presenza consolidata e il riconoscimento istituzionale di Cantone e Città è importante: ci apre porte, favorisce contatti. Siamo fortunati e privilegiati. Raccogliamo i frutti di un lavoro che parte da lontano, dell’unicità del nostro percorso ventennale». Orme fa parte della rete nazionale Disframe, un progetto del Percento culturale Migros per una prassi culturale inclusiva e sostenibile, assieme ai festival Wildwuchs di Basilea, Out of the Box di Ginevra e BewegGrund.das di Berna.

Un festival, 5 (+1) hit
Confrontati con la ricchezza del programma, e nell’impossibilità di presentare tutti gli eventi, chiediamo al direttore artistico Emanuel Rosenberg di pescarne cinque da non perdere. «Difficilissimo! Francamente sono tutti interessanti, altrimenti non li proporremmo...», ci risponde sorridendo. Poi accetta di stare al gioco. «Inizierei con la masterclass di danza della Stopgap Dance Company (Inghilterra), un unicum a livello svizzero, e poi il suo spettacolo al Lac. L’atelier di Gioia Di Biagio su come riparare la propria vita, prendendo spunto dall’arte giapponese del kintsugi, per valorizzare ferite e fragilità. Gli spettacoli “Danza cieca” di Virgilio Sieni e Giuseppe Comuniello ed “Entdecken/Verstecken” di Komiktheater». Noi aggiungiamo un sesto appuntamento, la Discobalera Baldanza nella serata di sabato 24 maggio, che sarà anche l’occasione di iniziare a festeggiare i vent’anni di Teatro Danzabile. Sulle candeline si soffierà in maniera particolare verso la fine dell’anno. Informazioni su ormefestival.ch.