#Approfondimenti | 03/11/2023

«Sono un uomo del fare»

Giuseppe Zois

La lunga stagione al Papio di Ascona, la chiusura del GdP, l’attesa per il nuovo vescovo... Chiacchierata con mons. Grampa in occasione del suo 87.mo compleanno.

Chi volesse avvicinarsi al vescovo emerito Pier Giacomo Grampa e avere una certa idea della sua giornata, può considerare gli ultimi giorni di ottobre come utile cartina di tornasole: una serata da relatore sull’emergenza adolescenziale in provincia di Bergamo; un’altra a Gallarate a parlare a madrine e padrini di cresimandi; poi a S. Omobono per i 65 anni dall’elezione a Papa di Angelo Giuseppe Roncalli – nel Santuario della Cornabusa, dove è stato benedetto e collocato un bassorilievo di Giovanni XXIII dello scultore di Coldrerio Valerio Bianchi –; quindi alla Missione cattolica italiana di Bienne. Il 30 sarebbe dovuto partire per la Terra Santa e incontrare il neo-cardinale Pierbattista Pizzaballa, viaggio annullato per la guerra. Il tutto in aggiunta a cresime, matrimoni, funerali (il più recente quello di Luigi Soldati a Lugano). Un’agenda straripante. E il 28 ottobre Grampa ha compiuto 87 anni! Nominato vescovo il 18 dicembre 2003, Pier Giacomo Grampa – che dovette lasciare per gli atti ufficiali il più familiare «don Mino» – ha contrassegnato il suo ministero con un’alacrità operativa impressionante. Intanto la Visita pastorale a tutte le 255 parrocchie della Diocesi, poi una costante progressione di cantieri fra i quali spiccano: il restauro del Palazzo vescovile e della Cattedrale con la creazione del Museo diocesano, il nuovo archivio, l’acquisizione del Convento di Loreto e del Monastero S. Giuseppe trasformato in Centro diocesano polivalente.....