#Approfondimenti | 10/09/2023

Da mezzo secolo sul tatami a Cadro

Ivan Pedrazzi

Presieduto da Mattia Prosperi, lo Judo club Cadro ha festeggiato con una grigliata i 50 anni di attività. Con Dario Capelli, monitore di lungo corso e dirigente della società, ne ripercorriamo la storia, dai primi coraggiosi passi – è nata grazie a un gruppo di amici appassionati della disciplina – alla ripresa post pandemica.

Tiene duro lo Judo club Cadro, sodalizio fondato da un gruppo di amici appassionati della disciplina, che nel 1973 si è staccato dal «dojo» di Lugano per avviare in paese una nuova esperienza. Centrale in quegli anni, soprattutto dal punto di vista dell’insegnamento, è stato Armando Pagnamenta, attorno al quale si sono uniti altri volonterosi, che con pochi mezzi ma con spirito d’iniziativa hanno creato la loro palestra, il «dojo» appunto.
Ricavato nei locali del vecchio asilo, per dimensioni e agio non poteva certo competere con gli spazi di cui disponevano i club più blasonati. Tuttavia la novità è stata accolta con entusiasmo dai ragazzi e dalle ragazze del paese, che si sono avvicinati con curiosità ed entusiasmo. Nel comitato c’erano allora Armando Pagnamenta, Danilo Ortelli, Orazio Cerboni, Marco Continati e Gabriele Pedrazzi, alcuni dei quali avevano una certa dimestichezza con la disciplina.
Per l’associazionismo erano anni di straordinaria vivacità. Accanto allo judo, a Cadro nasceva il movimento calcistico giovanile del Circolo operaio del Boglia (con Armando Pagnamenta, fra gli altri, nel ruolo di allenatore) e le proposte dello sci club (corso di Natale, uscite domenicali e gare sociali) riscuotevano enorme successo. Si era perfino costituito un gruppo di ciclisti, che tuttavia non ha avuto alcun seguito. 
Le arti marziali si sono quindi innestate in una realtà vivace. Inoltre godevano da parte delle famiglie di una buona reputazione, soprattutto per l’aspetto educativo e rigoroso riconosciuto a queste pratiche di origini orientali. 
Ormai prossimi alla pensione, i giovani dell’epoca ricordano, con commozione e rimpianto, gli allenamenti, i tornei sociali attraverso i quali il club eleggeva i suoi «campioni» e qualche competizione di più ampio respiro, alla quale ci si avvicinava con soggezione. La bacheca non trabocca di titoli, tuttavia lo Judo club Cadro è stato per tanti giovani un’istruttiva e divertente palestra di vita. Qualche talento è comunque emerso e le medaglie conquistate, soprattutto ai Campionati ticinesi, hanno confermato la qualità degli allenamenti e l’impegno di atleti e monitori.