Un monumento di arte cristiana

Mare Dignola

Riviviamo la posa della prima pietra della chiesa del Sacro Cuore a Lugano leggendo i giornali di 100 anni fa. Ne fanno cenno solo «La Famiglia» e Popolo e libertà.

La posa della prima pietra della chiesa del Sacro Cuore a Lugano, avvenuta proprio cent’anni fa, trova poco spazio nelle cronache dei giornali di allora. Ne fanno cenno solo «La Famiglia», settimanale dei cattolici svizzeri, e Popolo e libertà, quotidiano del partito conservatore democratico ticinese.

Leggiamo su Popolo e libertà del 18 aprile 1922: «La cerimonia che doveva aver luogo nel pomeriggio del giorno di Pasqua, a causa del cattivo tempo fu rimessa al pomeriggio di ieri. Già prima delle tre il piazzale prospicente la Chiesa della Madonnetta si va affollando di fedeli. Gli abitanti del popoloso quartiere del Molino Nuovo avevano attraversato le strade dove sarebbe passata la processione con sandaline ed avevano eretto archi di trionfo. Alle tre e mezza la processione si va organizzando. Essa è organizzata dal M. Rev. Can Lanfranchi, degnissimo parroco della vicaria della Madonnetta. Precedono gli istituti religiosi femminili coi labari e gli stendardi, le Pie Unioni e le confraternite; seguono i circoli cattolici, l’Oratorio maschile, un compatto fascio di vessilli, le confraternite maschili della Madonnetta, di S. Lorenzo e dell’Immacolata, una forte rappresentanza dei Gauni col caratteristico berretto aranciato, la Musica di Pregassona, il Seminario, il Capitolo e infine Mons. Vescovo in mitria circondato da due diaconi. La processione si dirige alla piazza Molino Nuovo, poi per via Stefano Franscini, via Curti e corso Elvezia giunge al prato, dove una grande folla è già in aspettativa della cerimonia». Il Vescovo è Mons. Aurelio Bacciarini, il quale, «dopo una breve preghiera all’altare, si dirige alla parte del prato dove è già stato praticato uno scavo e dove la prima pietra è pronta per essere calata. Dopo le preci di rito e la benedizione la pietra angolare scende lentamente nella buca».
Sulla pergamena che ricorda la posa della prima pietra si legge: «Il sullodato Eccellentissimo Vescovo pose solennemente la pietra angolare di questo tempio in stile romanico-lombardo, largo metri 22, lungo 52, intitolato al Sacratissimo Cuore di Gesù… essendo padrino della cerimonia il Signor Pietro Molinari fu Giuseppe e madrina la Signora Nina Antonini fu G. Maraini».
Il cronista di Popolo e libertà conclude così: «Mons. Vescovo saliva quindi al pulpito e con accento inspirato pronunciava un toccante discorso di circostanza. Intanto la pioggia era tornata a cadere con insistenza e la cara cerimonia – come ebbe a definirla Mons. Vescovo – terminava nella Chiesa della Madonnetta dove sua Eccellenza impartiva la Benedizione Eucaristica».
La chiesa, progettata dagli architetti Enea Tallone e Silvio Soldati, viene descritta da loro in una relazione che Popolo e libertà pubblica sempre il 18 aprile e che comincia così: «Alla nuova chiesa, che sorgerà in Corso Elvezia, si cercò d’imprimere il carattere delle chiese medioevali, inspirandosi alle più belle creazioni di quell’età felice per l’architettura, mentre il dettaglio e tutta l’ornamentazione sarà studiata con intendimenti moderni».
Oggi sul sito della basilica possiamo leggere che «il 5 dicembre 1922 il Vescovo preconizzava il nuovo tempio quale santuario diocesano del Sacro Cuore e il 6 novembre 1927 aveva la gioia di aprirlo al culto con rito pontificale. Il crisma della consacrazione gli venne conferito dal vescovo diocesano Mons. Angelo Jelmini il 25 giugno 1937, mentre Papa Pio XII il 16 ottobre 1952 lo fregiava del titolo insigne di Basilica Minore».