«Il Ticino sportivo», vita breve del foglio rosa

Mare Dignola

100 anni fa sui giornali ticinesi un annuncio pubblicizzava l’uscita de «Il Ticino sportivo». Organo ufficiale delle associazioni, era nato il 3 agosto del 1920 in veste rosa, come la Gazzetta dello Sport.

Il settimanale era nato un paio d’anni prima, il 3 agosto 1920 e chiuderà a fine 2023. Stampato su carta di colore rosa, sul solco della Gazzetta dello sport italiana, il giornale si presenta con un editoriale, non firmato, che inizia così: «Traduciamo in atto il nostro proposito pubblicando “Il Ticino sportivo” perché sappiamo quanta vita anima la gioventù ticinese, che è gioventù sana, forte, resistente, entusiasta di tutto quanto sa di gara, di vittoria nello sforzo fisico e morale. Ma altre ragioni militano a favore della creazione di una rivista sportiva ticinese: prima fra tutte quella che viene dalla necessità di dare un organo e – quando gli interessi lo possono richiedere – una direttiva comune alle diverse società. Calcisti, ciclisti, cacciatori, alpinisti, canottieri, tiratori, motociclisti, automobilisti troveranno nel nostro settimanale larga ospitalità per difendere e propugnare le loro idee e soprattutto i loro interessi… Politica, polemiche di carattere personale, le lasceremo agli altri giornali per rispetto a quell’adagio: ad ognuno il suo».
Il giornale esce il martedì fino al marzo 1923. Il 20 di quel mese una nota annuncia che «la redazione e l’amministrazione hanno fissato i loro uffici in Lugano ove, sempre coi tipi dello stabilimento Grassi & Co. si stamperà d’ora innanzi il settimanale. “Il Ticino sportivo” uscirà al lunedì mattina». 

Nonostante il cambiamento di sede (fino ad allora il giornale era preparato e stampato a Bellinzona), «Il Ticino sportivo» non avrà vita ancora a lungo: sul numero del 31 dicembre 1923 una nota in prima pagina annuncia che «le difficoltà finanziarie che hanno sin qui gravato sul modesto bilancio del giornale, la mancanza d’aiuto e di appoggio da parte degli enti sportivi cantonali e da parte dei singoli sportivi, la crisi che perdura nell’ambiente della pubblicità e che ha ridotto le entrate da parte degli inserzionisti ci obbligano a sospendere almeno temporaneamente le pubblicazioni».