#Nel distretto | 22/01/2022

Chiude a Monteceneri il Punto ascolto

Per quasi 10 anni, il servizio ha offerto sostegno e accoglienza alle persone in difficoltà. Il Municipio ha ora cambiato strategia, optando per una struttura che opera a 360 gradi.

Ad annunciare la chiusura definitiva sono state Patricia Elzi e Dolores Belloli, le due figure di riferimento per coloro che, sull’arco di un decennio, si sono rivolte al Punto ascolto a Bironico. «Ringraziamo dal cuore chi, direttamente o indirettamente, ha avuto fiducia nel chiedere aiuto».
È un addio amaro e inaspettato, anche se nell’estate dello scorso anno la compagine municipale in carica da aprile aveva ridotto l’attività del servizio a due sole giornate al mese, mentre in precedenza la disponibilità delle consulenti psicosociali era settimanale, il giovedì. Nel frattempo i servizi sociali del Comune si sono potenziati con l’assunzione, un paio d’anni fa, di un’operatrice, il cui grado di occupazione è stato aumentato progressivamente dall’iniziale 20 all’odierno 60 percento. 

 

Una questione di priorità

Per la municipale Loredana Cotta Leoni non si tratta di una chiusura, bensì di «un’evoluzione del servizio, dettata dai tempi e dalle mutate esigenze della società. Un’evoluzione – osserva la responsabile del Dicastero socialità del Comune di Monteceneri – a cui non è estranea la crisi pandemica, che ha evidenziato problematiche nuove che richiedono risposte articolate da parte dell’ente pubblico». Le valutazioni fatte dal Municipio hanno quindi portato a un «riorientamento della politica sociale e alla scelta di investire le risorse in una struttura capace di far fronte in modo adeguato e preciso a tutti i bisogni della comunità». Insomma, una questione di priorità.
Patricia e Dolores sono però convinte che il Punto ascolto di Bironico avesse ancora un senso, specie in un periodo in cui il disagio cresce, soprattutto dal punto di vista psicologico, portando allo scoperto situazioni di fragilità, solitudine e disperazione. Situazioni – spiega Elzi – che il Punto ascolto era in grado di intercettare, svolgendo una preziosa opera di prevenzione, soprattutto nelle famiglie in cui l’equilibrio è andato perso per questioni di salute, lavoro o relazionali. «Era un luogo discreto, informale e gratuito al quale rivolgersi per superare momenti di sconforto». In collaborazione con il Comune, ha inoltre partecipato alla creazione di una rete di volontariato, cui si sono appoggiate persone sole o fragili per soddisfare alcuni bisogni quotidiani, come fare la spesa, andare dal medico, procurarsi le medicine, gettare i rifiuti.

 

Un servizio online per il Ticino?

L’ultimo rapporto di attività disponibile (riferito al 2020) fornisce alcuni dati interessanti. Si apprende per esempio che in 37 giorni di apertura in presenza più altri sette online durante il lockdown, si sono tenuti 292 incontri: 26 nuove richieste da utenti già noti, 22 nuovi utenti, 186 colloqui, 36 contatti e collaborazioni con la rete cantonale e 22 altri incontri di lavoro. Prevalgono le difficoltà relazionali e famigliari. Le responsabili del servizio fanno notare nel rapporto che la maggior parte degli utenti espongono problemi «che non richiedono necessariamente l’apertura di incarti o risposte tecniche. Sono piuttosto difficoltà nella vita quotidiana familiare e professionale che richiedono un altro punto di vista per fare chiarezza e prendere decisioni». Temi affrontati «accogliendo con l’ascolto, l’orientamento, la mediazione e l’indirizzo ai servizi sul territorio, quando necessario».
Chiusa l’esperienza di Monteceneri, le due colleghe stanno pensando di creare una linea online di Punto ascolto Ticino, sempre gratuita, per continuare a offrire un punto di sostegno e di presenza.

i.p.