La stagione di caccia alta è terminata domenica 28 settembre dopo venti giorni di attività venatoria. Vi si sono dedicati 1.774 ticinesi, autorizzati a sparare anche a marmotte, volpi e tassi (le cui statistiche saranno rese pubbliche in seguito). Dal punto di vista disciplinare, le autorità segnalano 140 autodenunce e 19 violazioni gravi, che hanno comportato il ritiro della licenza, tra le quali un caso di bracconaggio (caccia notturna con arma silenziata e visore termico).
Meno interesse per il camoscio
Ne sono stati abbattuti 463 (223 maschi e 159 femmine adulti e 81 anzelli), mentre nel 2024 erano 619. Il piano di abbattimento di 800 capi non è stato raggiunto, tuttavia il Dipartimento del territorio apprezza il maggior numero di femmine prelevate. È indubbio però che da qualche anno l’attrattività della caccia al camoscio è in regressione, forse per la difficoltà di raggiungere questi selvatici che perlopiù popolano le quote elevate. Le catture di cervo sono invece notevolmente aumentate rispetto al 2024, assestandosi a 2.163 capi (1.722 l’anno precedente). Sono stati presi 1.117 maschi, 736 femmine e 310 cerbiatti. Come per il camoscio, il piano di abbattimento, stabilito per limitare i danni al bosco e alle colture, non è stato raggiunto, di conseguenza si ricorrerà alla caccia tardo autunnale, da metà novembre a fine dicembre. Non sorprende il calo del capriolo (239 esemplari contro i 389 nel 2024), di cui 151 maschi e 88 femmine. Il Luganese ha fatto segnare il maggior numero di uccisioni, mentre Blenio e Leventina sono sottoposti a moratoria fino al 2027. La caccia tardo autunnale dovrebbe ristabilire un rapporto più favorevole tra i sessi, che idealmente deve essere paritario tra maschi e femmine.
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