#Antichi ricordi | 16/05/2025

«Al Fiorassino» quanti ricordi per la famiglia Maestrini; Parrocchiani della Valcolla in gita

Alcune belle immagini ci ricordano la famiglia dei Maestrini. Sui monti della Creda, in territorio di Villa Luganese, sono di casa da tre generazioni… Un'altra foto ci offre lo spunto per lanciare un appello: qualcuno può aiutarci a riconoscere le persone immortalate?

«Al Fiorassino» quanti ricordi per la famiglia Maestrini

Ci sono famiglie che si identificano in un determinato luogo e i Maestrini, sui monti della Creda, in territorio di Villa Luganese, sono di casa da tre generazioni. Per la verità, ricorda Bruno Maestrini, proprietario del rustico costruito dal nonno Santino con il figlio Rinaldo (Reno) nel 1942, la prima traccia lasciata dalla sua famiglia è antecedente a quella data e soprattutto si trova a una quota più elevata: i pascoli del Pairolo. Lassù, a oltre 1.300 metri di altitudine, una compagnia di giovani cacciatori, tra i quali appunto Reno, raccolse e realizzò il sogno di alcuni rocciatori di poter usufruire di un rifugio nelle vicinanze della loro palestra di roccia ai Denti della Vecchia. Non riprenderemo qui la storia di questa impresa, felicemente portata a termine nel 1938. Di proprietà della Società alpinistica ticinese, la capanna del Pairolo, ingrandita e rimodernata, è tuttora in esercizio per la gioia dei numerosi escursionisti che frequentano quelle montagne. 
Nel 1942 Santino Maestrini e il figlio Rinaldo hanno costruito un rustico alla Creda. Una costruzione modesta, eretta con pietre, legname e un tetto in lamiera, cui in seguito è stato dato il nome «Al Fiorassino». Un castagno monumentale («ur alboron») che in autunno regala generosi raccolti, è la principale caratteristica del monte, sul quale in estate si trasferiva l’intera famiglia: Reno con la moglie Dolores e i figli Claudio, Graziella, Bruno e Mario. Altre famiglie popolavano la Creda e i bambini non si annoiavano, scorrazzando per prati e boschi e andando a recuperare le capre fin sotto i Denti della Vecchia. Puro divertimento per i ragazzini dell’epoca che, concluso l’anno scolastico, si trasferivano ai monti per trascorrere le lunghe vacanze estive all’aria aperta. Prima della costruzione della strada ci si andava a piedi dal paese di Villa Luganese.
Bruno si è affezionato alla Creda e per un quarantennio si è preso cura della baita, alla quale pure la moglie Cristina, sposata nel 1972, si è affezionata. «Grazie a lei – dichiara Bruno, con riconoscenza – “Al Fiorassino” ha cambiato volto. Nel rispetto dell’ambiente circostante, Cristina ha trasformato un prato selvatico tappezzato da felci e ginestre in un parco con fiori e una vegetazione rigogliosa e colorata». Un bel vedere per i passanti, che increduli osservano ammirati tanta bellezza e armonia.
Nel 2023 Bruno e Cristina hanno lasciato la Creda «per raggiunti limiti d’età», nella speranza che il nutrito clan dei Maestrini se ne prenda cura con lo stesso spirito e amore.

 

DIDASCALIE:

Bruno e il papà Rinaldo «Al Fiorassino» con il cane Kim.

Con gli sci ai piedi in partenza per il Pairolo. Da sinistra: l’architetto Luigi Camenisch, Valerio Ghirlanda (Ghell), Nino Rezzonico (allora presidente della Società alpinistica ticinese) e Reno Maestrini.

Un giovanissimo Reno Maestrini sugli amati Denti della Vecchia. Residente a Cadro, è stato artefice di numerose iniziative, tra le quali la costituzione del Circolo operaio del Boglia.

Cristina e Bruno alla Creda, di cui si sono presi cura per un quarantennio.

Il rustico in costruzione nel 1942.

 

Parrocchiani della Valcolla in gita

Anna Bassi ha ritrovato, e gentilmente inviato alla redazione per la pubblicazione, questa fotografia scattata in occasione di una gita. Il secondo da sinistra è don Guido Marzaro, parroco in Valcolla dagli anni cinquanta al 1964, verosimilmente circondato da altri parrocchiani. «Chissà se qualcuno ci può aiutare a riconoscere le persone e ha qualche ricordo di questa escursione?», scrive la signora Bassi. Chi avesse informazioni può rivolgersi alla redazione (tel. 091 923 56 31, e-mail: info@rivistadilugano.ch).