#Approfondimenti | 23/12/2024

C'era una volta Nerocco

Roberto Guidi

Consegnare alle nuove generazioni un pugno di storie, aneddoti, personaggi: con questo spirito, Martino Molinari ha pubblicato un libro sul nucleo malcantonese di Nerocco. Si compone di interviste fatte tempo fa agli anziani, cartoline e fotografie d’epoca.

Avvertenza per i lettori: «Questa pubblicazione non ha pretese storiche troppo specifiche e le informazioni contenute mi sono state tramandate oralmente parecchi anni fa. Libretto di facile consultazione, non ha controindicazioni ed è da tenere alla portata dei bambini e delle nuove generazioni, in quanto la storia scorre talmente in fretta da non lasciare, a chi la guarda, il tempo di coglierne l’essenza. Anche di un piccolo villaggio come Nerocco».
Martino Molinari una ne fa e cento ne pensa. È curioso, attivo, propositivo; ama visceralmente il suo paese, Astano, a cui qualche anno fa ha dedicato il libro «Coditt e taschitt». Il pretesto era la storia delle due bande musicali del villaggio malcantonese, in contrapposizione perché composte una da liberali, l’altra da conservatori. Pagine del tempo andato.
La pubblicazione che ha visto ora la luce – intitolata «Nerocco» – è ambientata a qualche chilometro di distanza, nella minuscola frazione di Bedigliora, dove da piccolo Martino si recava in visita agli zii e alla cugina. «Con questi luoghi ho un legame affettivo e qui, tra l’altro, ho aperto un mini-museo dove sono esposte testimonianze della civiltà contadina, oggetti che parlano del nostro passato, delle nostre tradizioni».