#Approfondimenti | 25/01/2023

Malcantone, «terra di musicanti»

Marco Boschetti

Un tempo si diceva che il malcantonese nasce musicante. Lo conferma il numero delle bande, presenti in quasi tutti i villaggi. Oggi sono quattro quelle in attività: Curio-Castelrotto, Agno, Alto Malcantone e Concordia Sessa-Monteggio. L’eco delle filarmoniche del passato non si è spento.

Le prime bande sorsero agli inizi dell’Ottocento, spesso su iniziativa di emigranti che lavoravano in Italia e Francia. Significativo è quanto scrisse, il 15 febbraio 1839 da Milano, Giovanni Ghirlanda, originario di Vernate, al compaesano Francesco-Serafino Soldati: «…in niuna festa, compariscono quei bei pezzi musicali e melodiosi che accompagnano così bene le devote processioni. Ma son così di poco conto i paesani nostri? Dunque non si potrebbe creare una bella Banda? Pensaci caro Cecco». L’attività cominciava all’inizio dell’inverno con il ritorno degli emigranti («per Sant’Andrea a boia i can… l’è tornaat i maestràn!»), condecorando le feste religiose. Una tradizione che per fortuna è rimasta in qualche paese.

Nel 1938 fu lanciata l’idea di fondare l’Unione musicale malcantonese. Per motivi diversi il progetto non vide la luce. Nel 1991 per i festeggiamenti del 700.mo della Confederazione, su iniziativa di Marco Boschetti e Marco Piazzini fu costituita la «Banda Malcantone in musica»: formata da elementi della regione, tenne concerti in Ticino e nella Svizzera tedesca. L’ultimo, a Bedigliora. La formazione si produsse pure nel 2017 a Bellinzona per accogliere il neo-consigliere federale Ignazio Cassis, a sua volta musicista.

Con qualche eccezione, le località del Malcantone avevano la loro «musica». La maggior parte hanno cessato l’attività, tuttavia la loro storia merita di essere ripercorsa…