Conclusa la sbornia estiva – con musica, teatro, danza, incontri, eccetera senza soluzione di continuità e in qualsiasi luogo adatto alla bisogna – si torna al chiuso. Per la scena culturale locale è un bel problema, perché gli spazi sono quelli che sono: pochissimi e molto richiesti. Riuscire a strappare una o due date al Foce è dura, ce la fanno praticamente solo quelli che hanno un nome spendibile sul cartellone. Gli altri si devono arrangiare con ciò che passa il convento, che è appunto misero.
Da anni si reclamano spazi per la scena indipendente, tuttavia malgrado le rassicurazioni e i buoni propositi, all’orizzonte non si vede nulla di concreto. Il vice-sindaco Roberto Badaracco lascia intendere che in Municipio – a maggior ragione in un periodo di vacche magre – non considerano la questione prioritaria (eufemismo): «Ci sono ostacoli politici, non tutti hanno la necessaria apertura mentale. Ma prima o poi i luoghi arriveranno».
Il successo della Tour Vagabonde (a Lugano dal 28 dicembre 2022 al 28 marzo 2023) e la seguente Carta della Gerra lasciavano francamente presumere una maggior determinazione nel risolvere una questione vieppiù sentita.
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