#Il mio quartiere | 06/06/2025

Sguardi su Pregassona

a cura delle III elementari di Probello con le maestre Morena Polli e Arianna Innocenti

Abbiamo voluto conoscere meglio il nostro quartiere facendo diverse uscite e consultando fotografie, cartine, libri, riviste, internet e filmati. Quando ci è stato chiesto di scrivere questo articolo abbiamo pensato di chiedere agli abitanti del quartiere come lo vedono. Con 9.495 persone, Pregassona è il secondo quartiere più popolato di Lugano: non abbiamo chiesto a tutti! Abbiamo intervistato due classi della scuola dell’infanzia, quattro delle elementari, una delle medie, i nostri genitori e due persone anziane. Abbiamo raccolto molte informazioni e metterle insieme è stato un duro lavoro. Alla fine siamo riusciti a scoprire come Pregassona viene visto dai suoi abitanti. Ora lo scoprirete anche voi.

Lo sguardo dei bambini della scuola dell'infanzia
Alla maggior parte piace andare al parco dell’asilo perché è vicino alla scuola, è divertente e lì incontrano tanti amici. I bambini giocano spesso anche al parco Viarno, quello dei cervi, perché ci sono le reti per arrampicarsi e gli scivoli. Ai bambini piace la natura che c’è a Pregassona, vanno nel bosco dove vedono tanti fiori e dove gli alberi sono alti. Con le loro famiglie vanno in monopattino e in bici sulla via del vecchio tram.
A loro non piace chi non si comporta bene e vedere per terra le sigarette e le cartacce.

Lo sguardo dei bambini della sucola elementare
A loro piace andare al campetto della scuola e al parco giochi: lì si incontrano, possono giocare e stare insieme. Molti vanno anche nel bosco a giocare a prendersi, a nascondino e a costruire capanne. Chi preferisce andare in bicicletta o in monopattino va sulla via del vecchio tram. Un’altra cosa che piace è che a Pregassona ci sono tanti negozi e puoi trovare quasi tutto. Invece i rifiuti lasciati in giro come le cartacce, le sigarette e le cacche di cane, ai bambini danno proprio fastidio. Anche i cantieri rumorosi, che portano via spazi verdi, e le strade trafficate non piacciono. Una bambina avrebbe una soluzione per diminuire il traffico: andare tutti a cavallo! I bambini sognano una piscina pubblica nel loro quartiere e un parco con delle attrazioni interessanti da fare e da vedere.

Lo sguardo dei ragazzi delle scuole medie
Alla maggioranza piace il nostro quartiere perché ci si conosce tutti, è abbastanza tranquillo e i servizi sono a portata di mano. I loro posti preferiti per incontrarsi sono sotto casa, vicino ai negozi, la gelateria, i parchi giochi, i campetti di calcio, da pallacanestro e da beach volley. A volte vanno in centro a Lugano. Agli allievi non piace chi disturba di notte e il tanto traffico. Sognano una scuola più colorata, un centro ricreativo per giovani per fare attività sociali e sportive e dei negozi d’abbigliamento. Si sentono comunque accolti a Pregassona perché le persone sono gentili, rispettose. Un giovane ha detto: «Non mi sono mai sentito al posto sbagliato».

Lo sguardo degli adulti
Il quartiere piace perché è vicino alla natura e alla città senza essere nella città. Gli adulti hanno scelto di vivere a Pregassona perché è comodo, ci sono tanti servizi e negozi dove fare la spesa. Da quando vivono qui ci sono stati dei cambiamenti: nuovi palazzi e case che hanno tolto spazi verdi e parchi giochi, ma hanno portato nel quartiere una casa anziani, l’ecocentro, una scuola media e una nuova chiesa. Sono contenti che ci sia un grande e bel bosco per fare delle passeggiate, anche con il cane, e in autunno raccogliere castagne. Altri posti preferiti per passeggiare o andare in bicicletta sono la via del vecchio tram e il lungofiume del Cassarate.
Piace molto anche la chiesa di Pazzalino per la sua bella vista sulla città. Apprezzano questi luoghi tranquilli, che li portano lontani dalle zone più trafficate e rumorose del quartiere. A Pregassona si sentono accolti, ma vorrebbero qualche comodità in più, ad esempio i bagni pubblici ai parchi giochi, più panchine per riposarsi e leggere, fontanelle per rinfrescarsi, più posteggi e più fermate del bus. Gli adulti sognano zone di svago come una piscina, un punto balneabile sul Cassarate, aree per grigliate e pic-nic e luoghi di incontro come una piazzetta.

Lo sguardo degli anziani
Pregassona è molto cambiata, non è più un paese rurale, ma agli anziani piace comunque perché qui hanno molti ricordi e tanti servizi. Il quartiere offre loro corsi di ginnastica per tenersi in forma e stare in compagnia. Alla Ca’ Rossa c’è un circolo dove gli anziani si possono ritrovare per chiacchierare, mangiare, bere, giocare a tombola e alla lotteria. Gli anziani sognano una piazza dove gli abitanti si possano incontrare, dei piccoli negozietti artigianali e alcuni posteggi in più. Non vorrebbero cambiare quartiere, qui si trovano bene. Rino, uno degli intervistati, dice: «Talvolta mi sento uno straniero a Pregassona».

Lo sguardo di Mileti e Rino
I due anziani che abbiamo intervistato, la signora Mileti e il signor Rino, ci hanno raccontato che Pregassona era un paese rurale, c’erano tanti prati, campi, vigne ed era formato da otto nuclei (Orlino, Corte, Ligaino, Pregassona, Sala, Ruggì, Bozzoreda e Fola). Dal nucleo di Sala fino a Bozzoreda c’era solo qualche stalla e qualche pollaio. I nuclei erano molto più vivi di adesso, c’erano dei piccoli negozi, come la latteria, la cooperativa, la macelleria, un fiorista, il calzolaio, ecc... In latteria si vendeva il latte appena munto delle mucche dei contadini del paese. Rino racconta che i bambini si divertivano a far girare il secchiello pieno di latte cercando di non rovesciarlo.
Non c’era il viale Cassone e il torrente Cassone era a cielo aperto. I ragazzi, dopo scuola, raccoglievano sulle sponde l’erba e le foglie della robinia per i conigli. D’inverno, quando l’acqua gelava, alcuni scendevano con la cartella sotto il sedere lungo il riale ghiacciato. Si slittava in mezzo alle strade e l’unico pericolo erano le rotaie del tram.
Per spostarsi, gli abitanti di Pregassona potevano usare il tram della Lugano-Cadro-Dino che attraversava il quartiere e portava la gente in città a lavorare. D’estate, alla locomotiva veniva attaccato un vagone speciale tutto aperto, la Giardiniera, ed era bello salirci. Ora al posto del tram c’è una pista pedonale e ciclabile molto usata dagli abitanti per passeggiare, andare in bicicletta o in monopattino.
Le strade non avevano un nome, erano in terra battuta, polverose, strette, con tante buche su cui passavano poche automobili. La signora Mileti si ricorda di tre sole automobili che giravano per il quartiere.
Le scuole erano semplici, piccole, e le classi miste e composte da tanti allievi. Si andava a scuola anche il sabato mattina e terminate le lezioni i bambini di Sala e Pregassona andavano a giocare al campetto (detto «campicello»), una piazzetta dove i maschi giocavano a biglie mentre le femmine giocavano con i cerchi di ferro e tutti insieme a nascondino (tulin), a palla o facevano ginnastica. Alcuni bambini, quando non andavano a scuola, aiutavano i genitori nei campi o in casa; il tempo per giocare con gli amici era poco.
Alla domenica, prima di andare a messa, i bambini andavano all’oratorio, dove c’era l’unico parco giochi. All’oratorio ci si divertiva tanto a recitare e a vedere degli spettacoli teatrali. Il punto di ritrovo per tutti era la piazzetta, ora piazza San Giuseppe, dove c’era una panchina e le donne si incontravano di sera d’estate al fresco a chiacchierare. Gli uomini si ritrovavano invece all’osteria vicina a giocare a carte, a bere un bicchiere di vino e a fumare. A volte il fumo era talmente denso che non si riusciva a entrare nel locale.
Non avendo l’acqua corrente in casa per lavare i panni e le stoviglie, le donne dovevano andare al lavatoio che diventava un punto di ritrovo per scambiare due chiacchiere. Non c’era la raccolta dei rifiuti, che venivano bruciati nel camino.
C’era una casa più grande delle altre, la Villa Viarno: era circondata da alte mura con in cima delle bottiglie di vetro rotte che impedivano di scavalcare. Oltre le mura c’erano un grande vigneto e dei campi coltivati. Ora questa casa è in rovina.
Pregassona aveva un Municipio e un suo sindaco, ma a quei tempi solo gli uomini potevano votare.