Le prime notizie sulle frazioni di Biogno e Brianzona risalgono all’anno 1000. Erano territori scarsamente abitati e, ancora nel 1800, Breganzona era un piccolo villaggio con meno di 400 abitanti, circondato da campagne, boschi e masserie. Nel 1925, la fusione con Biogno ha allargato i confini di Breganzona, che ha visto un vero sviluppo demografico ed edilizio a partire dal 1950. Oggi il quartiere è una zona residenziale di Lugano con più di 5mila abitanti. C’è tutto: scuole, posta, banca, farmacie, studi medici, chiese, negozi, bar e ristoranti.
Lo stemma e le famiglie
Abbiamo osservato lo stemma di Breganzona, ipotizzando il significato delle figure: secondo noi i leoni rappresentano le famiglie nobili, la stella potrebbe simboleggiare il mondo o le famiglie defunte e il berretto è legato al freddo. Confrontando le nostre ipotesi con il vero significato, abbiamo scoperto che i simboli rappresentano le quattro famiglie più antiche di Breganzona, ognuna con una via dedicata. I leoni rappresentano le famiglie Leoni e Somazzi, la stella polare simboleggia la famiglia Polar e il berretto la famiglia Bonoli.
L’ultimo sindaco del Comune di Breganzona apparteneva alla famiglia Bonoli. Ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda.
A spasso nei nuclei
Partendo dall’osservazione di alcune vecchie fotografie, abbiamo esplorato i nuclei di Breganzona e Biogno, dove troviamo case vecchie fatte con materiali naturali locali come sassi, legna, argilla e ferro. Erano costruite attaccate per risparmiare e mantenere il calore. Abbiamo notato porte di cantine piccole e di legno, usate per conservare il cibo al fresco, e i portici usati per ripararsi dalla pioggia e socializzare. Nei nuclei ci siamo fermati sotto i portici, che sono strutture ad arco che servivano a ripararsi dalla pioggia.
Nel nucleo di Breganzona abbiamo visto una meridiana e scoperto un roccolo. Il roccolo era una casa alta simile ad una torre fatta di sassi e con delle finestrelle, che veniva costruita vicino al bosco. Serviva per catturare gli uccelli: venivano appese diverse reti agli alberi e alcuni uccellini come esca rinchiusi in gabbie. Gli uccellini cinguettavano e attiravano gli uccelli che erano in volo per migrare verso i Paesi caldi. L’uccellatore, dalla finestrella del roccolo, lanciava lo spauracchio e i volatili finivano incastrati nelle reti. In via al Roccolo si può trovare la struttura restaurata. A Biogno abbiamo trovato attrezzi relativi alla vita contadina, come gerli, paioli, seggiolino per mungere, campanacci, rastrelli, attrezzi per fare il burro e il formaggio, bidone e secchiello del latte, lampade a olio, bilancia e zoccoli di legno.
Esplorazione degli spazi verdi
Partendo dalla mappa satellitare, abbiamo esplorato il quartiere identificando le nostre case, la scuola e luoghi caratteristici. È stato divertente tracciare i percorsi casa-scuola per vedere chi abita più lontano. Osservando la mappa, abbiamo notato molte zone verdi, che abbiamo esplorato. Siamo partiti dal giardino della scuola, dove passiamo le ricreazioni e il tempo libero. Vicino c’è un piccolo boschetto, un grande prato selvatico con un albergo per insetti e uno stagno con rane e rospi. Ci sono altri parchi giochi: quello della Formichina, vicino alla chiesa di Biogno, è immerso nel bosco e ideale per le giornate estive. Sempre a Biogno, all’entrata del nucleo, c’è un altro parco giochi con vista sul lago di Lugano, dove abbiamo visto un bellissimo macaone. Sulla collina del Perato si trova un parco botanico con una stradina asfaltata che attraversa varie specie di piante. Scendendo si raggiunge il Pradello, il centro sportivo di Breganzona con campi da calcio e tennis, una pista finlandese, il Percorso Vita e un bar con terrazza. Lungo il Percorso Vita, c’è un luogo che ci piace molto e che abbiamo soprannominato «Bellavista». È una radura dove sono stati tagliati un po’ di alberi e sistemati diversi tavoli da pic-nic, ma soprattutto c’è una gigantesca sedia a sdraio su cui possono salire diversi bambini per volta; da lì si vedono le montagne del Malcantone, l’aeroporto di Agno e il lago di Lugano. Un’altra area verde che abbiamo scoperto durante quest’anno scolastico è «Il Gemmo». Si tratta di una vecchia masseria, circondata da un gigantesco orto condiviso dove chiunque può dare una mano nella coltivazione e acquistare i prodotti del raccolto. Anche noi abbiamo provato l’esperienza di coltivare un piccolo spazio: dalla preparazione del terreno alla semina, dalla cura dell’orto fino al raccolto; abbiamo imparato tante cose e ci siamo divertiti un sacco!
Un quartiere, quattro sensi!
Un’altra modalità per andare alla scoperta del territorio è l’utilizzo dei sensi, che offrono un approccio immersivo e coinvolgente. È ciò che hanno fatto i piccoli della scuola dell’infanzia: la sezione II e III con le maestre Michela Fusi e Maria Talarico.
Vista: Breganzona si distingue per il suo mix tra tradizione e modernità. I bambini notano una certa varietà visiva soprattutto tra le principali zone d’interesse: il bosco di Breganzona; i nuclei di Breganzona e Biogno che con le loro case storiche, i portici e le mura in pietra raccontano la storia di un tempo passato; la zona scolastica con la sua struttura più moderna e i prati.
Udito: la vita quotidiana nella zona scolastica propone una vasta quantità di suoni. Si possono percepire il cinguettio degli uccellini, il suono della campanella, le voci dei compagni, il rumore degli operai che costruiscono nuovi palazzi e delle automobili. Nei nuclei ci sono poi il suono dei passi sul ciottolato, qualche cittadino che taglia l’erba, le campane di San Quirico...
Olfatto: passeggiando vicino alla scuola dell’infanzia è possibile sentire profumi provenire dalla cucina, l’odore delle bacche di gelso o dei fiori. I bambini descrivono l’odore del giardino come fresco e piacevole. Anche nel bosco di Breganzona viene rievocata tale sensazione, aggiungendo tra gli odori percepiti quello della terra e delle foglie secche. I nuclei propongono invece odori che i bambini già conoscono come quello di cantina o di campagna.
Tatto: si percepiscono le pareti ruvide e friabili delle case del nucleo, una certa frescura garantita dalle pareti in pietra e dalle case attaccate che offrono protezione dai raggi solari. Nel bosco troviamo le lisce castagne, i pungenti ricci che raccontano la flora del territorio, i sassi pesanti, i rami nodosi e ruvidi, il muschio vellutato. Per quanto riguarda il giardino scolastico emergono i morbidi e mollicci funghetti, le rosse bacche di gelso, l’erba fresca e gli scivoli lisci.
Cosa mettere in valigia
Infine, i bambini della scuola dell’infanzia si sono chiesti cosa porterebbero con sé in ricordo del quartiere. È nato così il progetto «Breganzona in valigia», nel quale i bimbi hanno potuto scegliere, raccogliere e inserire alcuni elementi che raccontano il territorio: foto del passato e del presente, disegni, lavori che rappresentano le scoperte fatte nei nuclei, elementi naturali del bosco e del giardino, mappa del quartiere con segnate le proprie abitazioni, frottage fatti nelle zone d’interesse, stemma del quartiere, rappresentazioni delle proprie case, una traccia audio in cui sentire alcuni suoni di Breganzona.