Un rifugio sul Tamaro 

Risale proprio a cento anni fa l’inaugurazione della capanna Monte Tamaro. Ne parla il quotidiano Il Dovere nell’edizione del 13 settembre 1921.

di Mare Dignola 

Il Dovere riporta la seguente notizia: «Il Club Alpino Svizzero, sezione Ticino, domenica, 18 corrente, Festa federale, inaugurerà il suo rifugio Tamaro al Motto Rotondo (metri 1920).
Con questo secondo rifugio le due più alte e belle cime del Sottoceneri, Monte Tamaro e Monte Camoghè, sono rese più facilmente accessibili a coloro che pur non essendo provetti alpinisti desiderano godere delle attrattive delle nostre belle montagne».

Il Corriere del Ticino del 15 settembre si sofferma sulla descrizione della capanna: «Il robusto edificio, tutto in muratura, costruito dal genio militare negli anni di guerra può ospitare oltre 100 persone ed è diviso internamente in due locali: uno piccolo, rivestito in legno, con quattro cuccette e una cucinetta, e un vasto camerone adibito a dormitorio con tre fornelli per il riscaldamento nella stagione fredda. Dalla terrazza prospiciente il rifugio si gode una magnifica vista sulla selvaggia val del Trodo che si inabissa per 440 metri, al di sotto si estende il lago Maggiore con Locarno ed il piano di Magadino con Bellinzona». Più avanti l’articolista fornisce ragguagli sulle vie d’accesso: «Un comodo sentiero collega in mezz’ora il rifugio alla cima del Tamaro, uno dei più decantati punti di vista del Sottoceneri. Le vie che conducono alla capanna sono numerose e assai interessanti e comode. La più breve sale da Rivera per l’alpe di Duragno e di Campo in circa tre ore e mezza e sarà marcata a cura della sezione Ticino del CAS con tratti di minio. Un’altra bella strada mulattiera congiunge il Motto Rotondo al Monte Ceneri, passando per l’Alpe di Foppa».

Oggi la capanna del Monte Tamaro appartiene all’Unione ticinese operai escursionisti (Utoe) che fu presente, da invitata, alla cerimonia del 1921. Scrive il Dovere il 16 settembre: «All’inaugurazione del rifugio sul Monte Rotondo parteciperà anche l’U.T.O.E. alla quale venne esteso cortese invito. I soci sono pertanto sollecitati ad armarsi… del loro buon umore e salirvi in fitta schiera. Un gruppo parte alle 12.51 e un altro alle 18 di sabato sera per Rivera. E altre strade e diramazioni non mancano».
 
L’invito a salire, anche durante la notte, è rivolto dalle colonne di Popolo e libertà del 17 settembre: «Rammentiamo a tutti coloro che desiderassero partecipare all’inaugurazione del Rifugio Tamaro che l’ultimo treno in partenza sabato per Rivera è quello delle 22.08. Approfittando del magnifico plenilunio una numerosa compagnia di alpinisti salirà al rifugio seguendo il comodo sentiero dell’Alpe di Duragno. Un secondo gruppo pernotterà a Rivera donde partirà domenica mattina verso le ore 5, per arrivare al Rifugio alle ore 8.30».

La cronaca dell’inaugurazione, alla quale intervengono oltre cento partecipanti, la leggiamo lunedì 19 settembre su tutti i quotidiani del Cantone. Il Dovere scrive: «Alle 10.30 il presidente del Cas, sezione di Lugano, sig. Dr. Fisch-Pelli compie il rito cerimoniale portando il saluto agli intervenuti. Poscia la signorina Emmy Fisch, fungendo da madrina, lancia sul tetto della capanna la tradizionale bottiglia di Champagne.
Un frate del Bigorio ha pure lui la sua parola e trae argomento dalla festa federale per dirsi entusiasta della bella manifestazione e come sacerdote e come patriota. Il nostro C. Taddei reca il saluto e l’adesione dell’UTOE. Il frate sale poscia sulla vetta, seguito dai devoti, ove celebra la Messa in un rustico altare improvvisato. Alle 11.30 la cerimonia ha termine con un’agape singolare. Invitati e organizzatori siedono a ciel sereno a ponente della capanna. Un pranzetto chic, preparato con arte culinaria da rivaleggiare con qualunque chef di cucina del piano. Dopo mezzogiorno, le facce rese rubiconde dalla refezione prelibata e gustata vengono tramandate ai posteri mediante l’arte fotografica. Anche la originale cerimonia religiosa è stata colpita dalle Kodak. Nel pomeriggio fu duopo riprendere la via del ritorno all’afoso piano».