#Nel distretto | 11/10/2022

Depuratore della Magliasina rimesso a nuovo

Costruito nel 1987, era superato. Risanato, ora è più efficace, sicuro e ha un minor impatto ambientale.

Sabato 1° ottobre, a Madonna del Piano, la rinnovata stazione per il trattamento delle acque è stata inaugurata, presenti il consigliere di Stato Claudio Zali, a capo del Dipartimento del territorio, le autorità del Consorzio depurazione acque della Magliasina e i rappresentanti dei Comuni allacciati: Alto Malcantone, Aranno, Bedigliora, Caslano, Curio, Bioggio (per il quartiere di Iseo), Magliaso, Miglieglia, Neggio, Novaggio, Tresa, Pura e Vernate.
Il presidente della Delegazione consortile, Luciano Viotto ha accolto gli ospiti, ai quali si è in seguito rivolta la vice sindaca di Tresa, Margherita Manzini, che ha espresso il punto di vista dei Comuni consorziati. Uno dei progettisti ha illustrato le caratteristiche tecniche. La voce dell’autorità cantonale, che ha sussidiato e accompagnato la realizzazione, è stata quella di Zali. È seguita la visita alle installazioni in cui si compiono i diversi processi. Con il capo impianto Michele Simoni, lavorano tre collaboratori e un’impiegata a metà tempo.
Inaugurata nel 1987 e quindi dopo 35 anni di esercizio ininterrotto, l’impianto era superato e diverse componenti avevano raggiunto la propria naturale
durata di vita. È stato quindi sottoposto a un robusto intervento di ottimizzazione e ampliamento.
Concepito per 15mila abitanti, serve una popolazione di 21mila unità, ma ora la sua capacità è stata portata fino a 27mila. Ne beneficerà anche l’ambiente in termini di qualità dell’acqua in uscita dai trattamenti e di efficienza energetica. L’impianto è stato migliorato dal punto di vista della sicurezza, dispone di una tecnologia più moderna, odori e rumori sono stati contenuti. Sono stati spesi 19 milioni di franchi.
Un lungo percorso – Svolte, nel 2005, le prime verifiche, l’iter per il rinnovo dell’Ida di Madonna del Piano è entrato nel vivo nel 2010 con l’approvazione del credito per la progettazione di massima. L’anno seguente, su richiesta della Sezione cantonale protezione aria acqua e suolo, è stato allestito uno studio ambientale. Nel 2017, il progetto definitivo è stato sottoposto ai 17 Comuni interessati. Si sono in seguito pronunciati il Consiglio consortile e il Gran Consiglio, che ha autorizzato un contributo cantonale di oltre 4,3 milioni. Nel settembre del 2018 è stato aperto il cantiere.