#Nel distretto | 12/02/2022

All'Alpe Vicania si entrerà in punta di piedi

Istituita una zona di protezione affinché le attività agricole e ricreative, che potrebbero entrare in conflitto con fauna e flora, siano rispettose della natura.

Il luogo come lo conosciamo è frutto di un intervento condotto nell’ambito del Piano Wahlen, il programma della Confederazione per sopperire alle penurie alimentari e di materie prime provocate dalla Seconda guerra mondiale. A Vicania squadre di rifugiati polacchi furono incaricate di dissodare 17 ettari per ricavare pascolo. Negli anni novanta l’allevamento è stato abbandonato, mentre si sono intensificate le attività ricreative, che oggi esercitano una pressione non indifferente su un territorio prezioso dal punto di vista ecologico, per la presenza di strutture – siepi, alberi, margini boschivi, brughiere, zone umide – che accolgono una moltitudine di specie. Un patrimonio che le autorità hanno ritenuto di dover tutelare attraverso un Piano di protezione. 

Elaborato dalla Sezione dello sviluppo territoriale, il documento è stato messo in consultazione nella primavera dello scorso anno nei Comuni interessati di Morcote e Vico Morcote, con esito favorevole. Le regole poste a salvaguardia delle aree più delicate e le condizioni indicate per il recupero e la corretta gestione di determinati ambienti, sono state ben accolte, in particolare dai due principali proprietari dell’alpe. Posto a poco più di 600 metri di quota, questo splendido terrazzo ospita due edifici: un maneggio e un ristorante ricavato dalla costruzione in pietra eretta nel 1942 e riconosciuta come «esempio di architettura rurale federale in Ticino».

Ma sono soprattutto la flora e la fauna e fare di Vicania un tesoro. Il prato secco è uno dei più estesi tra quelli d’importanza nazionale. È stato inoltre individuato uno stagno in cui si riproducono gli anfibi. Nell’ambito del Decreto di protezione sono state censite le diverse varietà botaniche e zoologiche. La conclusione è la seguente: «L’area protetta rappresenta uno spazio vitale per numerose specie dipendenti da questi tipi di ambienti». Da qui la necessità di preservarli e, in alcuni casi, di ricuperare superfici invase da organismi indesiderati (in particolare felci e rovi), attraverso opere di bonifica (potature, sfalci, piantumazioni) pianificate su più anni. 

Presa d’assalto da escursionisti e ciclisti, l’Alpe Vicania è sottoposta «a una forte pressione, che va canalizzata e regolamentata». Come? Un’idea suggerita dal Decreto di protezione è di istituire zone pic-nic e percorsi ciclistici al di fuori del prato secco.

i.p.