#Antichi ricordi | 05/02/2025

Preghiera da la dona che pesa 'l latt

In questa nuova puntata della rubrica dedicata agli «Antichi ricordi», pubblichiamo una poesia scritta da Federica Zanetti-Soldini dedicata a Ida Poretti-Antonietti, che per tanti anni è stata la lattaia di Sessa.

Signur, l’è un gran ves chi
matina e sira, dal prim dì
da l’an, fina ai ur scür
da l’ültim dì e senza festegià
la püssee bela di sulenità.

Signur unnipotent, che ta po tütt,
fa che i nost vacch sia tütt sücc,
par quindas lungh giurnat
dal mes da lüi,
perché mi poda,
almen d’adess innanz,
comè impiegaa che sa rispeta,
fa i vacanz.

Scritta da Federica Zanetti-Soldini, la poesia è dedicata a Ida Poretti-Antonietti, che per tanti anni è stata la lattaia di Sessa. Il suo compito era quello di raccogliere il latte consegnato dal contadino Nino Stefani e di distribuirlo a chi ne faceva richiesta. Era così in tutti i paesi e molti ricordano ancora con nostalgia i tempi in cui ci si recava alla latteria con il secchiello di latta, che veniva riempito sul posto. A Sessa c’era chi lasciava il contenitore sul davanzale con gli spiccioli contati; la lattaia li riempiva con il quantitativo corrispondente all’importo lasciato e rimetteva il secchiello al suo posto, pronto per essere ritirato.
La poesia è scritta nel dialetto del Mendrisiotto. Sorella di Adriano Soldini, direttore del ginnasio di Lugano, Federica Soldini (1908-1975) ha abitato a Novazzano. Dopo gli studi a Locarno e a Firenze, ha insegnato nelle Scuole maggiori: a Sessa nel 1933 e 1934 (anni a cui risale la foto) e a Rivera dal 1936 al 1939, anno del suo matrimonio con Giuseppe Zanetti di Sessa.

Foto 1: Scuola maggiore di Sessa con Federica Soldini nella fila dietro, terza da sinistra. Il primo a sinistra è il maestro Antonio Pani. Se qualcuno riconoscesse altri alunni o avesse informazioni, ricordi o fotografie della latteria può rivolgersi alla redazione.