Le «leggi» economiche del calcio moderno non lasciano più nessuno spazio né ai sogni né alle illusioni, ed è allora persino un miracolo che anche una squadra del nostro piccolo Cantone resista ai vertici nazionali, e lo faccia anzi a testa alta. Il Lugano è lì che se la gioca con le migliori, ma dietro – volenti o nolenti – c’è ormai il vuoto. Il Bellinzona arranca nel campionato cadetto dieci anni dopo esser dovuto ripartire dalla Seconda lega cantonale. Chiasso e Locarno sono spariti a loro volta giocoforza nelle leghe minori. E pensare che questi quattro club, pur tra alti e bassi, avevano trascorso buona parte della loro esistenza in quella che ai tempi si chiamava Divisione e poi Lega Nazionale. L’ultima volta addirittura tutti e quattro assieme nel massimo campionato nella stagione 1952-1953!
Più di settant’anni fa, durante i quali pochissimi altri club ticinesi hanno avuto l’onore e l’onere di affacciarsi a turno, e in maniera invero clamorosa, alla serie cadetta: Rapid Lugano (1955-1956), Bodio (1961-1963), Gambarogno (1971-1972) e Malcantone Agno (2003-2004). Dedichiamo quindi ai due sodalizi luganesi questa e la prossima puntata dei nostri racconti di quelle che sono state le imprese confezionate dalle squadre sportive locali, cominciando appunto dal Rapid, alle cui origini e al cui storico exploit ci introduce direttamente il portale del club: «Era il 15 settembre del 1949 quando Renato Fontana e Dante Scala fondarono il Fc Rapid Lugano: a quei tempi, al mitico Oratorio di Lugano dominava la Libertas, una squadra forte e competitiva alla quale, come disse una volta Fontana, “bisognava contrapporle un avversario in grado di batterla”. Nacque così il Rapid che nel ristretto spazio di cinque stagioni riuscì ad avere uno straordinario e strabiliante successo: in effetti l’ascesa verso il football che conta fu velocissima e, così, il Rapid passò dalla quarta divisione al vertice del campionato di serie B, raggiunto nel 1955».
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