In ricordo di «Tilo» Moresi; Tiratori del Vedeggio a Lucerna

In ricordo di «Tilo» Moresi

I 30 Saggi (?) Arrotini ricordano con affetto e riconoscenza, a trent’anni dalla scomparsa, Attilio Moresi (1933-1995). «Tanti sono i momenti di allegria e complicità che hai condiviso con noi. La tua eredità, sia come atleta sia come persona, rimane un faro per tutti noi».
Attilio Moresi, per gli amici Tilo, nacque il 26 luglio 1933 e fin da giovane dimostrò un talento straordinario per il ciclismo. Il suo esordio nel Velo club Lugano nel 1949 fu solo l’inizio di una carriera costellata di successi, che lo resero uno dei ciclisti più amati della Svizzera. Nel 1953, ai Mondiali disputati proprio a Lugano, Tilo conquistò un prestigioso decimo posto nella categoria dilettanti, gara dominata dall’italiano Riccardo Filippi. Ma fu nel 1955 che raggiunse il primo grande traguardo: il titolo di campione svizzero a Martigny. Un risultato che ripeté nel 1963, questa volta tra i professionisti, aggiungendo così un altro capitolo glorioso alla sua carriera. La sua collezione di maglie rossocrociate si arricchì ulteriormente con due titoli nazionali nella categoria militari, a testimonianza della sua versatilità e determinazione. 
Tuttavia, è la vittoria al Tour de Suisse del 1961 a rimanere scolpita nella memoria degli appassionati. Un trionfo storico, che lo rende ancora oggi l’unico ticinese ad aver vinto la più importante corsa a tappe elvetica. «La sua vita, purtroppo, fu spezzata troppo presto: Tilo ci lasciò il 25 aprile 1995, a soli 62 anni. Ma il suo ricordo vive ancora, non solo per i suoi successi sportivi, ma anche per la sua umanità e la gioia che sapeva trasmettere».

Tiratori del Vedeggio a Lucerna

Messaci gentilmente a disposizione da Gianfranco Giabbani di Torricella e risalente al 1979, l’immagine ritrae i membri della Società tiratori del Vedeggio in trasferta al Tiro federale di Lucerna.
Davanti da sinistra: Giovanni Vittori (presidente), Gianfranco Giabbani, Luigi Albertolli e Fulvio Bellotti. 
In piedi da sinistra: Fernando Ronchetti, Biagio Rezzonico, Pietro Petrocchi e Felix Scacchi.