La nuova casa in Spagna del maestro Rudy

Marina Carta

Rodolfo Roncoroni, per quarant’anni docente di scuola elementare a Muzzano, ha trovato una nuova casa a Jávea, in Spagna. Nel 2020, a 65 anni, ha lasciato il Ticino per godersi la pensione là dove il mare e la buona cucina incontrano il sole e il calore di una terra accogliente.

«Carpe diem!». È quello che ha pensato Rodolfo Roncoroni quando ha deciso di lasciare il Ticino per godersi la pensione là, dove il mare e la buona cucina incontrano il sole e il calore di una terra accogliente. A Jávea, graziosa cittadina della provincia di Alicante, ha trovato la sua seconda casa.

Si è mai pentito della scelta di partire?
«Sono in tanti a chiedermelo e non nascondo che le preoccupazioni e i dubbi non sono mancati quando, nel 2020, io e mia moglie Lorenza abbiamo deciso di lasciare il Ticino e la Svizzera per la Costa Blanca. Oggi posso però affermare senza ombra di dubbio che no, non ci siamo assolutamente pentiti della nostra decisione di trasferirci in Spagna. Rifaremmo le stesse scelte e opteremmo per le stesse soluzioni, senza alcuna esitazione!».

Non le manca nulla della sua «vecchia» vita?
«Un pezzo di cuore l’ho lasciato in Ticino. E non poteva essere altrimenti dato che ho lavorato per quarant’anni come docente presso le scuole elementari di Muzzano. Ho sempre avuto un rapporto piacevole con gli abitanti del paese, cosa di cui io, un momò emigrato per lavoro nel Luganese, sono davvero grato. Chiaramente, mi sono rimasti nel cuore tutti i miei allievi, con i quali ho vissuto momenti indimenticabili. Spero che anche loro ricordino con piacere gli anni delle elementari trascorsi assieme al “maestro Rudy”, come mi chiamavano affettuosamente». 

Una volta lasciata la cattedra, la voglia di partire si è fatta sentire. Come mai?
«Negli ultimi anni la professione del docente è divenuta vieppiù impegnativa e i rapporti con allievi e genitori sono diventati più complicati. C’è anche da dire che, arrivati alla mia età, la vita cambia! Ogni istante va vissuto al massimo, con curiosità e allegria e rimanendo sempre attivi. E poi bisogna considerare che una volta in pensione, restare in Ticino diventa complicato, tutto è molto caro, i prezzi delle casse malati sono altissimi e arrivare a fine mese sovente è durissimo. Quindi, come spesso si dice, ho semplicemente pensato: “Rudy, carpe diem!”».

Perché Jávea?
«È una destinazione che io e mia moglie stavamo valutando già da parecchio tempo, dato che amiamo il caldo e il mare. Conoscevamo la Spagna, essendoci andati più volte per le vacanze estive, e avevamo fatto amicizia con due persone che si erano trasferite proprio in questa zona, dove siamo stati in più di un’occasione prima della nostra partenza, rimanendo colpiti dalle sue tante bellezze: la vegetazione verdissima, il mare stupendo, le coste amene, le calette meravigliose… Insomma, un gran bel posto!».

È stata dura all’inizio?
«I primi tempi di permanenza in Spagna, quando abbiamo acquistato casa, non sono stati affatto facili: prima di tutto perché ci siamo mossi nel periodo del covid. Dovevamo ristrutturare la nostra abitazione e i lavori, iniziati già prima che ci trasferissimo nel marzo 2020, faticavano a progredire. In quel periodo, infatti, alcuni materiali erano difficili da reperire sul mercato dell’edilizia e diversi operai si sono ammalati, tanto che la ristrutturazione è terminata solo alla fine di agosto del 2021. Inoltre, le pratiche burocratiche per richiedere la residenza in Spagna ci hanno impegnato non poco anche perché, dato che la Svizzera non fa parte dell’Unione Europea, gli ostacoli sono stati parecchi, nonostante le convenzioni di Schengen».