#Lugano che vince | 08/01/2025

L'altra faccia dell'hockey

Piergiorgio Giambonini

L’inline hockey – giocato sui pattini a rotelle e con la pallina, ma equipaggiati come quelli del disco su ghiaccio – è uno di quegli sport che in Svizzera e in Ticino vivono a respiro essenzialmente regionale. Dal Grancia al Sayaluca e Malcantone: spesso e volentieri, le squadre del Luganese sono state protagoniste.

Dalle nostre parti è una realtà conosciuta e praticata solo in parte del Sottoceneri, mentre oltre San Gottardo, a livello di serie A, non va oltre i confini romandi, e giurassiani in particolare, con la sola eccezione degli argoviesi del Rothrist. Fatto sta che da quando (1989) si disputa il massimo campionato, limitandoci per praticità al settore maschile, 13 titoli nazionali sono finiti nel Giura francese (11 a Rossemaison, 1 a Buix e 1 a Courroux), 10 a Bienne e 8 nel Luganese. Fanno insomma eccezione solo la tripletta dei vodesi del La Tour e l’unico alloro conquistato dai friborghesi del Givisiez.
I primi eroi ticinesi dell’inline hockey (o skater che dir si voglia) vestivano la maglia del Grancia, tre volte campioni nazionali tra il 1990 e il 1994, poi diventati Pregassona Rangers, pure loro con un tris di titoli festeggiati tra il 1995 e il 2000, quando a tre riprese si laurearono anche vice-campioni d’Europa. In epoca più recente i vertici sono riusciti a conquistarli nel 2018 il Sayaluca (nato dalla maxi fusione tra Savosa, Yankee, Lugano e Cadempino!) e due anni fa il Malcantone. Due periodi insomma ben distinti, se non altro a livello di successi assoluti, ma che condividono la grande passione che animava e che tuttora anima il piccolo grande mondo dell’inline nostrano.