Una mosca sotto le armi

Hermetia illucens: a chi mai si riferirà questo elegante nome latino, scelto da Linneo nel 1758?

di Adriana Rigamonti

Ebbene, allude a un insetto chiamato Mosca nera soldato: decisamente aggressivo, il nostro guerriero è sempre affamato e massacra letteralmente le nostrane mosche domestiche. In compenso sta alla larga dalle case e non diffonde malattie. Abita in Svizzera da mezzo secolo, però proviene da lontano, addirittura dagli Stati Uniti d’America dove è chiamato Black soldier fly.
 
In aiuto dell’ambiente
Diffusa un po’ dappertutto, specialmente in zone dal clima gradevole, la mosca soldato depone uova di colore bianco crema o giallastro, che si schiuderanno dopo pochi giorni: ne usciranno larve caratterizzate da un corpo fusiforme. Lunghe tra 1 millimetro e mezzo e due, apode (cioè senza zampe), eucefale (con testa ben sviluppata) e saprofaghe (divoratrici di sostanze organiche in decomposizione), queste creature si evolveranno poi in pupe. Seguirà la fase adulta, molto breve: la morte arriva infatti dopo pochi giorni.

La militaresca mosca abita in luoghi non proprio eleganti: per esempio tra le feci, nelle zone umide, tra i materiali putrescenti, nei letamai… Da adulta misura tra i 15 e i 20 mm. Nera con riflessi varianti tra il blu e il verde, piuttosto pelosa, ha un ampio testone, occhi grandi, lunghe antenne e sei zampe nere. Non dimentichiamo poi le ali, membranose e ripiegate (almeno nei momenti di riposo) lungo l’addome. Quest’ultimo presenta zone traslucide: è proprio tale caratteristica che ha ispirato l’aggettivo «illucens».

Le mosche nere soldato appartengono alla famiglia delle Stratiomyidae, nome che deriva dal greco. Fanno inoltre parte dei Ditteri, ordine comprendente circa 100mila specie tra cui le zanzare, i moscerini, le cecidomie (o moscerini dell’ulivo).

Pensando alle mosche, in genere evochiamo esserini noiosi e invadenti di cui faremmo volentieri a meno. Eppure i nostri soldati si dimostrano utilissimi quando riescono a ridurre il volume dei rifiuti organici prodotti dagli esseri umani e a trasformare gli scarti in proteine, fertilizzanti e persino biocarburante. Affinché collaborino con noi, queste creature vanno trattate secondo precisi criteri: gli allevatori devono dunque ospitarle in una sorta di gabbia in cui possono deporre le uova, che verranno quindi raccolte e messe in contenitori colmi di scarti organici.

Come sempre capita nel mondo degli insetti, dalle uova escono le larve, che però vengono uccise prima di diventare pupe. È infatti solo allo stadio larvale che riescono a collaborare con noi per migliorare la situazione ecologica. Pare che queste bestiole riescano a trasformare dieci tonnellate di rifiuti in 1.000 kg di proteine, 500 kg di olio per biocarburante e 2.000 kg di ingrasso per i vegetali.
 
Insetti buoni da mangiare? Certo! 
Infine alcune curiosità… culinarie. Iniziamo dal nostro Cantone, dove l’ingegnere agronomo Elisa Filippi ha fondato Ticinsect: premiata dal Wwf lo scorso maggio, la startup luganese prevede anche l’utilizzo degli insetti nella filiera alimentare umana.

Rechiamoci ora in Sudafrica: qui le larve possono essere trasformate… in uno squisito gelato a base di EntoMilk. Si tratta di una sostanza non solo ricca di proteine, ferro, zinco e calcio, ma anche ecocompatibile; è inoltre adatta alle persone allergiche al lattosio. In Inghilterra, invece, le larve della mosca nera soldato servono per fabbricare crocchette apprezzatissime dai cani.

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sull'edizione del 23.07.2021

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